Gentilissimo dottor Clavenna, sono una donna di 40 anni all’ottava settimana di gravidanza con una depressione alle spalle ed attacchi di panico, mai cessati completamente anche se rari. Da anni assumo Eutimil. Inizialmente con un dosaggio di 20 m g 1 compressa al dì.
Da circa 5 anni il dosaggio è diminuito gradualmente e non più in compresse. Assumo Eutimil 2 ml/mg soluzione orale e da 5 ml (misurino) oggi sono scesa a 3 ml.
Leggevo che la paroxetina è rischiosa in gravidanza, se pur con un dosaggio minimo.
Mi chiedo se generalmente si può sostituire con un altro antidepressivo “meno dannoso” in gravidanza, ovviamente mantenendo un dosaggio basso.
Grazie anticipatamente per la vostra disponibilità e risposta.
Antonio Clavenna
Gentile signora Alessandra,
gli studi sulla sicurezza d’uso degli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotinina (SSRI) in gravidanza non sono giunti a risultati conclusivi. Alcuni studi hanno osservato un aumento del rischio di malformazioni, in particolare difetti cardiaci, non confermato però da altre analisi. La paroxetina è l’antidepressivo per cui appare maggiormente documentato questo rischio, ma non è possibile escludere che questo avvenga anche con altri farmaci SSRI.
L’eventuale aumento di rischio è, comunque, di entità limitata: si stima che l’1% dei neonati abbia anomalie cardiache, indipendentemente dall’uso di farmaci da parte della mamma, e che la probabilità di questo tipo di difetti associata all’esposizione a paroxetina durante la gravidanza non superi il 2%.
L’uso di antidepressivi SSRI oltre la 20a settimana di gestazione potrebbe, inoltre, aumentare il rischio di ipertensione polmonare nel neonato. Anche in questo caso gli studi non sono conclusivi e si tratta di un evento relativamente raro. Non è possibile valutare quali siano essere gli antidepressivi maggiormente sicuri in gravidanza. La scelta del farmaco dovrebbe essere valutata dallo specialista che la sta seguendo. Dal momento che la depressione, se non trattata, può avere un impatto sull’andamento dellla gravidanza e sullo sviluppo fetale, in alcuni casi gli eventuali rischi della terapia potrebbero essere inferiori ai possibili benefici per la mamma e il bambino. Inoltre, sostituire ora la paroxetina potrebbe influire poco sul rischio di malformazioni, essendo all’ottava settimana di gravidanza. Se il medico curante e il ginecologo fossero d’accordo potrebbe, quindi, proseguire con la terapia attualmente in corso. Resta dunque sempre prioritario confrontarsi con loro, rimettendosi al loro giudizio. Cordiali saluti.
Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.