Gentile professore,
la mia bambina di 3 anni dopo aver smesso una cura di antibiotico (augmentin) durata sette giorni ha sviluppato un’orticaria. Le chiedo se si tratta di una reazione allergica e se è possibile che si manifesti dopo così tanti giorni di assunzione (e non fin dalle prime dosi). Le chiedo anche se è possibile che l’orticaria compaia solo la terza volta di impiego di questo
antibiotico: mia figlia l’ha preso altre due volte da quando è nata ma non ha mai avuto alcuna manifestazione. Infine le chiedo se secondo lei è consigliabile effettuare i test per l’allergia all’antibiotico e se sì quali: sulla pelle o nel sangue? Per finire è possibile che un bambino sia allergico solo ed esclusivamente a una
medicina e a nient’altro? Oppure se per esempio fosse allergico all’antibiotico lo sarebbe di sicuro anche ad altro o a un altro antibiotico? Sono davvero confusa, la prego di
aiutarmi.
Giorgio Longo
Cara signora,
Certamente un’allergia all’antibiotico, o a qualsiasi altro farmaco, può comparire anche se in precedenza non aveva dato alcun disturbo e anzi sono proprio le assunzioni precedenti che inducono la sensibilizzazione allergica. Poi, per rispondere subito anche alla sua ultima domanda, le posso dire che l’allergia a un antibiotico non comporta un maggior rischio di avere reazioni con altri antibiotici di classi diverse, che possono pertanto essere assunti senza alcun timore.
Detto questo le dico però anche che dubito fortemente che l’orticaria di sua figlia, possa essere stata causata da una allergia all’antibiotico. Questo perché l’allergia ai farmaci, specie all’età di sua figlia, è oggettivamente molto rara, mentre è molto frequente l’orticaria così detta “post-infettiva” (OPI) che è legata a una risposta dell’immunità verso gli agenti batterici (o più spesso virali) causa dell’infezione. L’OPI di norma persiste per qualche giorno, con lesioni cutanee multiformi, anulari e può anche ripetersi nello stesso bambino in occasione di successive infezioni, o anche dopo le vaccinazioni. Si tratta comunque di una orticaria veniale, che a parte il lieve disturbo estetico e del prurito (che si giova dell’antistaminico) non comporta nulla da temere e regredisce spontaneamente senza conseguenze. Tuttavia, proprio per la sua alta frequenza specie nell’età prescolare quando le infezioni sono più numerose, l’OPI rappresenta la causa più comune di errate diagnosi di “allergia” ai farmaci in quel momento utilizzati, come l’antibiotico (tipicamente l’Amoxicillina, o l’Augmentin) e/o i farmaci per la febbre (paracetamolo; ibuprofebne). Ed è questo che penso sia successo anche con la sua bambina.
Purtroppo però, può anche comprendere, che non avendo visto di persona né la bambina, né l’orticaria, la mia risposta si basa sull’esperienza e su cognizioni di tipo statistico. Ci possono essere in effetti reazioni cutanee (non proprio un orticaria) che esordiscono tardivamente durante il trattamento antibiotico. Ma se questo fosse accaduto sappia che si tratterebbe di una allergia di scarsa importanza e destinata a risolversi spontaneamente nel tempo. Le reazioni allergiche importanti e da temere sono invece quelle che si manifestano con orticaria (e non solo) pochi minuti dopo la prima dose e non certo alla fine della terapia.
Detto questo se ci fosse da parte sua, o del pediatra, anche solo un remoto sospetto di una reazione su base allergica, guai fermarsi su questo senza occuparsi di smentire, o confermare, questa ipotesi. Nel suo caso non serve alcun prelievo, o altra indagine diagnostica, ma semplicemente basta ridare, alla prima occasione, ma anche in benessere, lo stesso antibiotico per qualche giorno e verificare quello che succede. Ma vedrà che non succederà nulla e così eviterà che sua figlia si porti dietro un pesante e antipatico fardello, quello di rimanere con l’etichetta di “allergica all’antibiotico” che poi, più passano gli anni, più sarà improbabile che qualcuno le toglierà.
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