Le scrivo per avere una delucidazione. Un mancato accollamento è una cosa risolvibile? La mia dottoressa ha rilevato un mancato accollamento lo scorso lunedi ed ero di 7+4, terapia data solo magnesio. Adesso ci rivedremo venerdi. Secondo lei è stato giusto non aver prescritto del progesterone? Non ho avuto perdite. Sento molte ragazze nella mia stessa situazione che assumono progesterone anche in via “precauzionale”. Non so cosa pensare. Grazie per l’aiuto.
Elisa Valmori
Salve signora, a mio parere il tema del “distacco”, va chiarito meglio tenendo conto che è molto facile riscontrarlo se si effettua precocemente la prima ecografia di datazione della gravidanza e anche che potrà dipendere dall’atteggiamento del ginecologo (più ottimista o pessimista) il ritrovarsi con una diagnosi di mancato accollamento piuttosto che di distacco. A mio parere, è corretto parlare di “mancato accollamento” invece che di distacco, se all’ecografia riscontriamo questa zona anecogena ossia nera attorno alla camera gestazionale ma in assenza di altri sintomi clinici che facciano pensare ad una minaccia di aborto vera e propria (caratterizzata dalla presenza di dolori pelvici associati o meno alle perdite ematiche vaginali). La placenta inizia a formarsi quando l’embrione si impianta nell’utero (terza settimana contando dall’ultima mestruazione) e prosegue almeno fino alla 24° settimana di gravidanza…è un processo molto lungo e articolato! La “cura” del mancato accollamento potrebbe anche essere soltanto il riposo (relativo, non certo riposo assoluto a letto, ci mancherebbe!) ma tenendo presente lo stile di vita della mamma, la presenza di altri figli magari ancora piccoli, è possibile che il ginecologo prescriva anche un sostegno farmacologico con progesterone per evitare che l’utero tenda a contrarsi e in modo da favorire e velocizzare i tempi di accollamento della placenta stessa. Spero di averla rassicurata e che tutto per lei stia procedendo al meglio, mi tenga aggiornata se desidera, cordialmente.
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