Le scrivo per ricedevere un suo gentile riscontro su un mio problema. Sono mamma di un bimbo di 13 mesi, da quando sono rientrata al lavoro (circa 2 mesi fa, dopo 2 anni di maternità) ho forti crisi di rabbia contro mio marito, lo aggredisco verbalmente, sfogando su di lui la mia stanchezza. Il mio bimbo è sereno, non sente molto il mio distacco, forse è più un mio problema lasciarlo per tante ore (lavoro su turni). La situazione purtroppo peggiora ogni giorno, mi dispiacerebbe rovinare il nucleo famigliare di mio figlio, ma non riesco a calmarmi. La ringrazio per una sua opinione o risposta. Saluti
Dottoressa Nicole Bianchi
Cara Monica,
dalla sua mail riporta alcuni dati da cui potremmo partire per approfondire la sua rabbia: è stata 2 anni in maternità, quindi lontana dal contesto lavorativo e dalle sue dinamiche; torna al lavoro quando il suo bimbo ha 11 mesi, un periodo ancora molto determinato dalla prossimità del legame con la mamma. Infine, sta lontana dal bimbo per lunghi periodi, in termini di ore. Questo alimenterà in lei una serie di preoccupazioni e pensieri, riguardanti, in primis, la nutrizione, il sonno e la cura di suo figlio. Tutto ciò rappresenta un grande carico per lei, in termini sia psichici, sia fisici (non meno importanti) e con chi ha tempo e modo di allentare un po’ la tensione, scaricando la rabbia e la tensione che sente in questo periodo? Con suo marito, chiaramente. La persona che, con ogni probabilità, le è più vicina e che, inevitabilmente, catalizza la sua rabbia. Il fatto stesso che lei scriva questa mail, ci dice che è consapevole delle sue difficoltà e sembra aprirsi al confronto con un professionista. Pertanto, le suggerisco di cogliere questo difficile periodo come un’occasione per chiedere un supporto psicologico, magari che possa dare inizio ad un percorso personale. Potrà risultare anche un modo per spostare l’epicentro delle sue arrabbiature da suo marito, proteggendo il vostro nucleo famigliare.
Un saluto.
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