Una mia amica sostiene che un bambino esposto ai cosiddetti interferenti endocrini potrebbe avere la pubertà prima di quanto sarebbe previsto nel suo destino. C’è del vero in questo? E se sì cosa si può fare per proteggerlo?
Gianni Bona
Gli interferenti endocrini sono tutte le sostanze, contenute negli alimenti o nell’ambiente, compresa l’aria che si respira (lo smog, per esempio) che possono provocare cambiamenti dell’assetto ormonale. Ormai da tempo vi è il sospetto che possano favorire un anticipo della pubertà, anche se ancora non vi sono certezze assolute. Posto questo, per limitare il potenziale rischio è opportuno che nell’alimentazione del bambino ci sia poca carne, specialmente bianca, perché è questa che, più delle altre, può contenere estrogeni, ormoni che agiscono appunto come interferenti endocrini. Il consiglio vale soprattutto per quei bambini in cui, dall’anno in poi, si evidenzia un rigonfiamento delle mammelle (bottone mammario o telarca), segno che potrebbe esprimere la possibilità di una pubertà precoce. In ogni caso, è una condizione benigna che in generale regredisce spontaneamente nel giro di qualche mese. I genitori che scelgono di eliminare del tutto la carne dall’alimentazione dei loro bambini devono però bilanciare questa assenza con i legumi (per esempio, fagioli, lenticchie, ceci) e con un’integrazione di vitamina B12 e acido folico. Con cordialità.
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