In gravidanza, l’aumento dell’ossitocina è garanzia di felicità?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 10/02/2020 Aggiornato il 10/02/2020

E' probabile che l'ossitocina così come le endorfine favoriscano il benessere emotivo delle future mamme.

Una domanda di: Mario
Sono un internista cardiologo ed endocrinologo. Naturalmente non so nulla della gravidanza.
L’ossitocina, e anche altre molecole, dopamina e serotonina, sono note per generare soddisfazione, feeling, autostima, socializzazione. L’ossitocina
poi è oggi chiamato anche “ormone dell’amore”. Il feto e la sua placenta producono ossitocina. Per queste azioni fisiologiche è legittimo aspettarsi
che in assenza di eventi patologici o psicologici disturbanti lo stato primario e primordiale di una gravidanza sia in conseguenza felice?
Grazie colleghi. Cordialità.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Gentile collega, la sua domanda è affascinante quanto arduo per me rispondervi!
Da un certo punto di vista sono tentata di darle ragione: in gravidanza e soprattutto al termine di questa, ossia in prossimità del parto si osservano i livelli più elevati di ossitocina e di endorfine, classicamente associati all’amore. Questo dato rende a mio avviso ragione della velocità con cui una mamma dimentica tutta la fatica del parto (e dei nove mesi precedenti!) e si innamora perdutamente del bimbo che ha appena messo al mondo.
Certo, questo meccanismo non è automatico e può essere disturbato in molti modi, penso ad esempio ad una medicalizzazione eccessiva della nascita che attualmente si cerca di contenere (solo per farle un esempio, nella mia tesi di specializzazione ho dimostrato dati alla mano che le donne che partorivano soltanto con l’assistenza dell’ostetrica, quindi senza ad esempio induzione del travaglio o impiego di analgesia epidurale, avevano il minor tasso di complicanze al parto).
So di toccare un argomento molto delicato, dato che l’analgesia epidurale è attualmente prevista nei LEA (livelli essenziali di assistenza), ma sono profondamente convinta che un buon parto sia l’esperienza più gratificante per una donna, coronamento di una gravidanza ben vissuta in armonia con il proprio corpo, il bimbo/a e il proprio partner…difficile ma non impossibile!
Concludo citando la psicologa Giuliana Mieli (autrice del testo “il bambino non è un elettrodomestico”) che affermava che noi cerchiamo la felicità perché l’abbiamo assaporata quando eravamo nella pancia della nostra mamma. Per una donna la gravidanza è un’avventura, una grande sfida e al tempo stesso un momento di grande scoperta dei propri talenti nascosti…oppure un momento prezioso per rielaborare ferite e fatiche di lunga data.
Che questo sia legato ad un singolo ormone o a tutto l’insieme (penso in particolare agli effetti non solo fisici ma soprattutto psichici di estrogeni e progesterone) non mi risulta sia stato ancora assodato.
Spero di averle risposto, resto a disposizione con molto piacere, cordialmente.

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