Cara dottoressa,
da quando ho avuto cinque mesi fa il mio primo bambino non sono più la stessa persona. A distanza di una settimana mi sono accorta con stupore di essermi innamorata perdutamente (uso apposta questo termine, con cognizione di causa!) del mio ginecologo che mi ha seguito con grande attenzione e cura in gravidanza e anche durante il parto. Mi sembra di essere una pazza, penso a lui giorno e notte, lui è stato sempre irreprensibile, ci diamo ovviamente del lei…Sono diventata pazza? Lui non è bello, è molto più vecchio di me (io ho 31 anni, lui 45 anni) ma io lo desidero come mai ho desiderato mio marito (che è disorientato dal mio atteggiamento gelido). Pensi che sono arrivata a passare e ripassare sotto l’ospedale per incrociarlo e quando è successo mi sono nascosta, come si fa a 13 anni…Mi aiuti dottoressa!
Ombretta Cecchini
Cara Paola,
grazie per aver scelto di condividere con noi questo momento così difficile. Inizio rassicurandola sul fatto che sicuramente non è pazza, ne è la prova che si sta interrogando sulla questione e la follia è caratterizzata dall’assenza di consapevolezza. Creda, posso capire il suo stato d’animo e il suo disagio. Si comprende bene dalle sue parole un sottile senso di colpa per quanto sta vivendo, ma credo che in questo momento sia inutile e, forse, dannoso incolparsi per il suo desiderio.
Come probabilmente sa, dopo la nascita di un bimbo, la neomamma può vivere intensi e destabilizzanti sbalzi d’umore. Tale malessere, fisiologico, è stato denominato “baby blues” ed è caratterizzato da crisi di pianto, attacchi di ansia, rabbia e, a volte, depressione. Generalmente questo stato si risolve nel giro di pochi giorni.
Nel suo caso, probabilmente, la situazione di fragilità emotiva in cui si è trovata, l’ha portata a riversare le sue attenzioni sul medico che l’ha seguita con dedizione.
Non dice nulla riguardo al rapporto che aveva con il suo partner prima che accadesse tutto questo. Potrebbe essersi sentita trascurata o abbandonata? Il medico è una figura rassicurante e protettiva, in grado di darci sicurezza, potrebbe aver avuto il ruolo di farla sentire al sicuro?
La sua è una richiesta di aiuto. In che modo vorrebbe essere aiutata? Sembrerebbe che il problema sia il pensiero continuo, forse ossessivo, per quest’uomo. Probabilmente la spaventa l’intensità del suo desiderio, magari si giudica per quello che sta vivendo.
Quale che sia il suo bisogno, partirei da un punto fermo: una neomamma è una donna che ha bisogno di tutto il sostegno dell’ambiente circostante. Il suo corpo si è trasformato radicalmente con la gravidanza e, ora, di nuovo, con il parto. Il neonato richiede cure e attenzioni costanti e continue, si dorme poco, l’allattamento è faticoso e il tempo che rimane per se stesse è poco o nullo. Diventa complicato farsi una doccia, figuriamoci trovare il tempo per il divertimento e lo svago. È comprensibile che possa aver sentito il bisogno di rifugiarsi in una fantasia romantica.
L’unica cosa che dovrebbe evitare è perdersi questo momento di gioia o rovinarlo con inutili sensi di colpa.
Le propongo questo gioco di ruolo: se la sua migliore amica stesse vivendo la sua stessa situazione, che cosa le consiglierebbe? Provi a osservarsi dall’esterno, cosa vede? È proprio vero che questo desiderio è così incontrollabile?
Inizierei con una cosa molto semplice: quando sente la necessità di andare sotto il suo ospedale, provi a rimandare di un’ora. Si accorgerà che, passato il momento, avrà ripreso il controllo delle sue emozioni e di se stessa.
Paola, l’amore è un sentimento che ci rende felici, quando questo non accade dobbiamo interrogarci su quello che stiamo realmente provando. Provi a godersi la gioia che merita!
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