In questi giorni mi sto documentando sul papilloma virus e ho tanti dubbi. In pratica ho scoperto che il papilloma oltre a trasmettersi per via sessuale si può trasmettere anche condividendo bagni, asciugamani, in piscina, ecc. Sapendo inoltre che la maggior parte degli adulti contrae il papilloma virus prima o poi, le mie domande sono le seguenti: io e mio marito abbiamo due figlie, una di un anno e mezzo e una di 6.
Se io o mio marito avessimo il papilloma virus, potremmo aver contagiato le mie figlie? ( faccio degli esempi: utilizzando la stessa doccia, oppure nel caso della più piccola, noi al cambio del pannolino la laviamo nel lavandino: quindi se io o mio marito andiamo in bagno, poi ci laviamo le mani e per farlo apriamo il rubinetto, poi per lavare mia figlia prima apriamo l’acqua dal rubinetto e poi con la stessa mano la laviamo, in questo modo potremmo contagiarla, essendo la manopola del rubinetto “contaminata” dalle nostre mani dopo essere stati in bagno?
Il papilloma che si trasmette non per via sessuale è quello che provoca il tumore al collo dell’utero, quindi quello ad alto rischio, o al massimo in modalità non sessuale potremmo trasmettere alle nostre figlie solo i papillomi a basso rischio, per esempio verruche e condilomi? Se le mie figlie contraessero il papilloma virus, non potrebbero ovviamente fare i normali controlli come una donna adulta ( pap test), quindi come si può prevenire la degenerazione del papilloma virus in tumore nel caso appunto di bambine? (e in generale fino a che saranno vergini?).
Dovranno stare magari 25 anni con il virus con il rischio che degeneri in tumore, dato che il pap test si può fare solo da adulte e da quanto ho capito non si può fare da vergini? Se una donna vergine contrae il papilloma virus, come può prevenire il tumore al collo dell’utero se non può fare il pap test? Il papilloma virus può dare anche tumori ad esempio alla faringe o alla base della lingua. Che controlli posso fare a noi genitori o alle mie figlie per scongiurare questa ipotesi?
In generale, se io o mio marito avessimo il papilloma virus, come ci dovremmo comportare per scongiurare il rischio di contagio alle mie figlie? (per esempio, disinfettare la doccia e i sanitari dopo ogni uso? Disinfettare la manopola del lavandino? Usare asciugamani personali per tutti?). Mia figlia grande fa un corso di piscina: utilizzando bagni pubblici e la doccia della piscina può rischiare di contrarre quindi l’hpv e sviluppare un tumore al collo dell’utero?
So che sembrano domande assurde, ma se davvero il papilloma virus è così comune, e se davvero basta condividere un bagno per contrarlo, è chiaro che mi preoccupo per le mie bambine che a differenza mia non potrebbero nemmeno fare gli esami di prevenzione come ad esempio il pap test. So che il rischio di contagio con tali modalità è basso, ma se non è nullo avrei paura a sapere che le mie figlie potrebbero avere questo virus, senza poter fare niente per evitare che degeneri in tumore per i prossimi 25 anni circa….
Elena Bozzola
Cara Valentina,
grazie innanzitutto per la tua lettera che ci offre la possibilità di parlare dell’infezione da papilloma virus (HPV) e dei metodi per prevenirla. In primo luogo, ti vorrei rassicurare riguardo alle tue figlie di 1,5 e 6 anni. La trasmissione dell’HPV avviene quasi esclusivamente per via sessuale (anche in assenza di un rapporto completo, per contatto con la pelle e le mucose dei genitali e della bocca). Una trasmissione esclusivamente non sessuale, anche se è stata documentata in alcuni casi, ha una rilevanza marginale. In letteratura non sono riportate evidenze sulla trasmissione del virus attraverso servizi igienici e asciugamani. L’utilizzo della stessa doccia o dello stesso lavandino per sciacquarsi le mani non è considerato un fattore di rischio per contrarre l’HPV.
L’infezione da HPV è molto frequente soprattutto nelle persone giovani. Si calcola che circa l’80% della popolazione sessualmente attiva la contragga almeno una volta nel corso della vita. La maggior parte delle infezioni da HPV tuttavia è transitoria e il virus viene eliminato dal nostro sistema immunitario. Circa il 60-90% delle infezioni, incluse quelle da tipi oncogeni, si risolve spontaneamente entro 1-2 anni dal contagio. Se, invece l’infezione persiste, si possono sviluppare lesioni precancerose nel giro di circa 5 anni e infine il cancro a distanza di tempo ( 20-40 anni).
Attualmente sono stati identificati più di 200 tipi di HPV. Questi virus possono provocare lesioni delle mucose dell’apparato genitale e di altre parti del corpo o della cute (per esempio, le verruche delle mani e dei piedi). I virus responsabili delle infezioni genitali si distinguono in: virus a basso rischio e virus ad alto rischio oncogeno. I virus a basso rischio, in realtà, nonostante siano stati definiti “a basso rischio”, non comportano alcun rischio oncogeno. I virus ad alto rischio oncogeno sono la causa del carcinoma della cervice uterina e di una parte dei tumori di ano, vagina, vulva, pene, oro-faringe. E’ però fondamentale sapere che solo l’infezione persistente può determinare l’insorgenza di lesioni pretumorali e carcinoma.
Lo screening per il carcinoma del collo dell’utero ha proprio l’obiettivo di individuare le infezioni persistenti che determinano alterazioni sulle cellule della cervice uterina. In Italia è tuttora raccomandato ogni tre anni per le donne tra 25 e 64 anni. Fino a poco tempo fa, l’unico modo per prevenire il carcinoma cervicale era attraverso il pap-test, uno screening citologico cervicale che consente di identificare le lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma. Oggi esiste anche un’ulteriore possibilità di screening, il test HPV, che è un esame di laboratorio per la ricerca del virus, e viene eseguito su materiale prelevato in modo molto simile al Pap test.
Il test può essere effettuato anche nelle donne vergini, ma è bene spiegare alle donne che il rischio di tumore del collo uterino nelle vergini è molto basso e lasciar decidere alla donna stessa se desidera effettuare il prelievo. Se la donna, opportunamente informata, desidera comunque sottoporsi al test, il test HPV può essere effettuato con le normali modalità, utilizzando lo strumento più adeguato alle condizioni anatomiche della stessa donna. Sotto i 25 anni generalmente non vi è l’indicazione medica a fare il test HPV. Infatti a quest’età l’infezione è molto frequente, ma fortunatamente tende più facilmente a risolversi.
Ciò che invece è consigliabile è la vaccinazione. Il vaccino, somministrabile già a partire dai 9 anni di età, viene offerto gratuitamente in Italia in adolescenza, secondo il vigente Piano Nazionale vaccini. La sua efficacia nel prevenire le lesioni precancerose è massima in chi non ha ancora avuto l’infezione, e quindi nelle donne che non hanno ancora avuto rapporti sessuali. L’efficacia nelle donne che hanno già avuto rapporti sessuali è minore, perché è maggiore la probabilità che abbiano un’infezione con il virus HPV. Le donne che hanno un’infezione con un tipo di HPV contenuto nel vaccino saranno comunque protette dall’infezione provocata dagli altri tipi di HPV prevenuti dal vaccino. Con cordialità.
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