Sono una ragazza di 30 anni e ho un fratello di 21. Vi scrivo per
avere un vostro parere riguardo un evento accaduto moltissimi anni fa quando
avevo circa 12-13 anni. In poche parole in diverse occasioni mi è capitato
di baciare sulla bocca e con la lingua mio fratello che aveva all’epoca
intorno ai 3 anni. Certamente non avevo alcun intento sessuale o
“malizioso” nei suoi confronti e il mio era solo un tentativo di capire
com’era baciare una persona, far finta insomma di avere un fidanzato. La mia era solo pura curiosità di una ragazzina ingenua (sono
sempre stata molto ingenua, ho avuto solo un unico fidanzato nella mia vita che poi ho sposato e in generale sono sempre stata molto bambina). Anni dopo
da adulta ho avuto paura che questo evento potesse aver avuto ripercussioni su mio fratello tant’e che ne avevo parlato addirttura con uno psicologo
che mi aveva assolutamente tranquillizzata e quindi non ci avevo più pensato. Ora però mi é venuta una paura forse stupida: ho letto che gli
adulti tendono a riproporre le cose che hanno subito da bambini: ad esempio, se da piccoli vengono picchiati dai genitori, quando diventano genitori
a loro volta tendono a essere violenti, se invece sono stati amati, sono in grado di amare. Mi chiedo quindi se mio fratello
potrebbe essersi sentito in qualche modo traumatizzato da questi baci e se mai un domani dovesse avere un figlio a sua volta, se c’è il rischio che
riproponga con lui questo tipo di atteggiamenti che ha ricevuto da me (per la legge psicologica “da vittima divento carnefice” appunto). È il caso
che gliene parli per “metterlo in guardia” o sono pazza? Mio marito
dice che sono matta e che è assurdo se non dannoso parlarne con mio
fratello, anche perché comunque non abbiamo un buon rapporto purtoppo, lui è
una persona molto chiusa e nostra madre si è ammalata di depressione quando
lui era piccolo e ci ha abbandonati, e questa cosa credo abbia avuto
ripercussioni su di lui.
È un ragazzo asociale, rabbioso, che non è in grado di mostrare affetto o
empatia. Ci vogliamo molto bene ma lui non è in grado di dimostrarlo, e non
riesce ad instaurare rapporti sani né con me né con nostro papà né con
nessuno). Una cosa che tenevo a precisare è che quello che è successo è solo
il frutto dell’ingenuità di una bambina preadolescente ovviamente, io al
tempo non pensavo che ci fosse assolutamente qualcosa di male tant’è che mai
gli avevo proibito di dire ai genitori o ad altri che lo avevo baciato né
tanto meno avevo paura che loro potessero venirne a conoscenza.
Tornando al nocciolo della questione volevo chiedervi: dovrei parlare di
questa cosa che ho fatto quando ero piccola con mio fratello (lui
probabilente nemmeno se la ricorda perché era piccolo, credo che abbia avuto tre anni
credo). Questa cosa potrà avere ripercussioni sul suo modo di affrontare la
vita di coppia e la genitorialità? Potrebbe essere un cattivo genitore a
causa mia? O sono esagerata? Grazie.
Angela Raimo
Cara Maria Vittoria (che bel nome è il tuo!),
non devi assolutamente parlare con tuo fratello di questo tuo ricordo, nè devi sentirti in colpa per quei baci di bambina né devi pensare che possano in qualche modo avergli creato un danno. No, i tuoi baci di sorella maggiore, nonostante fossero un po’ diversi dai comuni baci fraterni, non potranno di certo compromettere il modo di essere padre e marito di questo ragazzo. Del resto tu stessa dici che non eri mossa da alcun impulso morboso, per te era solo un gioco e, credi, i bambini avvertono con chiarezza con che intento vengono toccati, carezzati, baciati. Sentono perfettamente se i gesti e le attenzioni di cui sono fatti oggetto sono puliti, innocenti come lo erano i tuoi baci. I problemi di tuo fratello credo dipendano in gran parte dalla malattia che ha colpito vostra madre: i figli dei depressi molto spesso faticano a trovare serenità ed equilibrio. Per quanto riguarda il tuo senso di colpa, sono convinta che in parte nasca dal fatto che tu ti sei sentita responsabile di questo fratellino. Probabilmente, ti sei assunta, più o meno consapevolmente, il ruolo di madre, che non ti spettava e non già perché in te non c’era abbastanza amore per lui quanto piuttosto perché a tua volta era una bambina, a tua volta avresti avuto ancora molto bisogno delle cure materne. Dato il tuo affetto per tuo fratello, ti suggeriscono di aiutarlo invitandolo di tanto in tanto a casa tua, proponendogli di fare qualcosa insieme a te e tuo marito, coinvolgendo magari anche vostro padre. Non rimanerci male se apparentemente non ricambia il tuo sentimento, non farci caso se è brusco o arrabbiato o cupo, né se ti respinge ma accoglilo nel significato più ampio e nobile del termine, così com’è, per quello che è. Incoraggialo a trovare la sua strada, supportalo, ascoltalo se vuole parlare o permettigli di stare in silenzio se così sente di fare e parlagli tu, senza irritazione, senza impazienza. Regalagli un’atmosfera lieve quando viene a trovarti, fate insieme qualcosa di divertente, come guardare un film o fare una partita a carte. Non offenderti se ti respinge, probabilmente non sa come fare per aprirti il suo cuore, ma tu che sei così sensibile e attenta e affettuosa potrai dargli una mano per riuscirci. Scrivimi ancora, se lo desideri. Cari saluti.
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