Ho un bambino di due anni e vorrei un consiglio: dopo due settimane di asilo nido si è già ammalato, cosa gli potrei dare per
aumentare le sue difese immunitarie? Ci sono delle vitamine che può prendere? Non vorrei fare tutto l’anno così, cioè tenerlo più tempo a casa che
al nido. Vi ringrazio in anticipo.
Giorgio Longo
Cara signora,
le infezioni respiratorie ricorrenti (IRR) sono un pedaggio che è impossibile non pagare nei primi anni di vita e specialmente all’avvio della socializzazione (asili nido o scuola materna). Chi ha fratellini maggiori che frequentano l’asilo, inizia anche prima. Alla fine tutti le fanno tutte, ma poi, con l’età della scuola, le infezioni passano, l’immunità del bambino cresce e lui ha potuto diventare grande e forte. In altre parole le IRR non sono una calamità, ma un fatto naturale che, come le vaccinazioni, serve a farlo diventare più sano e resistente da adulto. Quelle dell’asilo, della stagione fredda, sono di norma infezioni dovute a virus respiratori e quelli più comuni sono i rinovirus, quelli del raffreddore. Si è calcolato che durante la stagione fredda un bambino incontra un virus per lui “nuovo”, e quindi potenzialmente in grado di farlo ammalare, ogni 20 giorni. Non fa a tempo a guarire da uno che incomincia un altro. Perlopiù i sintomi si ripetono sempre eguali, un po’ di sgocciolo dal naso, febbre o febbricola, tosse secca che poi dopo qualche giorno diventa catarrale e alla fine tutto passa fino all’arrivo del prossimo virus. Ci sono però certamente diversità tra bambino e bambino nel modo di esprimere l’infezione: c’è chi si limita ad avere un po’ di raffreddore, senza febbre e poca tosse e che continua a frequentare l’asilo. E’ questo il “contagiatore” per eccellenza! E c’è chi invece ogni volta che si raffredda ha la tosse “che non si dorme” e/o la febbre alta e inevitabilmente deve rimanere a casa per una settimana. Questo è il “contagiato” per eccellenza che, almeno nel primo anno di asilo, finisce per stare molti più giorni a casa che a scuola (e meno male che ci sono i nonni). Poi ci sono quelli che ogni volta fanno l’otite o la bronchite con “fischio” (asmatiforme), o ancora quelli che con il catarro non la smettono mai. Inevitabili allora gli antibiotici, l’aerosol, o le viste specialistiche (allergologo, ORL).
Ma, indipendentemente da tutto questo, a chi si ammala più spesso degli altri e/o a chi ha genitori più impazienti e/o preoccupati degli altri (la sua lettera è emblematica in questo) è inevitabile che riceva dal suo pediatra, dopo l’ennesima febbre, un farmaco immunomodulante, o immunostimolante che dir si voglia. Farmaci che, proprio per la frequenza di questi problemi, occupano un importante fetta di mercato, alcuni con evidenze di efficacia maggiori, altri meno. Comunque sia, è bene ricordarlo, con nessuno di questi e in nessun caso si ottiene la scomparsa delle infezioni e, alla fine, sul singolo bambino il beneficio ottenuto rimane un atto di fede: si è ammalato da settembre a giugno 5 volte; è possibile che senza l’immunostimolante si sarebbe ammalato 2 volte di più, ma nessuno lo saprà mai con certezza, anche perché il massimo delle infezioni si concentrano nei primi mesi dell’asilo da metà settembre alle vacanze di Natale e, di regola, al secondo anno di socializzazione, ogni bambino fa meno infezioni dell’anno prima. Con cordialità.
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