Gravidanza e ANA positivi

Professor Gianni Bona A cura di Gianni Bona - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 27/08/2020 Aggiornato il 22/03/2024

La presenza di anticorpi antinucleo (ANA) in genere può segnalare una malattia autoimmune, anche se può accadere di riscontrarli in una persona sana: molto dipende da quanto si discosta il valore da quello normale.

Una domanda di: Arianna
Salve, ho 31 anni, sono alla 12+2 della seconda gravidanza. Soffro di tiroide autoimmune ben controllata e già col primo bimbo so di essere ana positiva, con tutto il resto negativo. Col primo bimbo non ho preso nessuna terapia perché non ho alcun sintomo di connettivite né alterazioni delle analisi. Adesso prima di aspettare il 2 figlio lo abbiamo trovati 1:640 granulari e stavolta il ginecologo mi ha dato la cardioaspirina, dicendo che il deltacortene farebbe più male che bene vista la familiarità per diabete. Anche il reumatologo è d’accordo col ginecologo. Comunque io sto vivendo nell’ansia totale anche perché leggo di molte che hanno avuto anche aborti tardivi. Inoltre ho avuto un piccolo distacco ora risolto poiché ho la placenta un po’ bassa anteriore a 37,1 mm OUI (orifizio uterino interno) e devo stare attenta perché può dare altri distacchi. Sono così triste. Cosa ne pensate? Questi ana mi hanno potuto dare la placenta bassa o il cesareo precedente per posizione podalica? Grazie.
Gianni Bona
Gianni Bona

Gentile signora, mi perdoni ma c’è molta confusione in quanto riferisce. Comunque sia in relazione al “soffro di tiroide autoimmune ben controllata”: se è ben controllata significa che assume la terapia ormonale (ormoni tiroidei) sostitutiva ma lei specifica che non prende farmaci. La presenza degli Ana (anticorpi antinucleo) segnala genericamente che si è sviluppata una malattia autoimmune, tuttavia bisognerebbe capire quali valori sono stati riscontrati, perché dipende da questo la valutazione della malattia: la sola positività potrebbe anche riscontrarsi in una persona sana. Lei poi mi parla di connettivite ma afferma che non ha sintomi relativi alla patologia, quindi aggiunge che è in cura dal reumatologo e non mi spiega perché. Per quanto riguarda le caratteristiche della placenta e la sua distanza dall’orifizio uterino interno spetta al ginecologo esprimersi, anche se da quanto riferisce mi pare che non vi siano particolari problemi. Quello che non riferisce, e che invece è un dato rilevante, è il risultato del dosaggio degli ormoni TSH e FT4, in quanto aiuta a comprendere se la tiroide sta funzionando a dovere. Se tutto va bene, in gravidanza il TSH non deve superare le 2,5 microunità per millilitro di sangue. L’FT4 non deve invece scendere al di sotto del valore 10 picomoli per litro di sangue (il range di normalità è compreso tra 10 e 25 pmol/l). Se ancora non lo ha fatto deve dunque effettuare l’esame del sangue per rilevare questi valori, che comunque andranno controllati ogni mese. Se fossero alterati occorrerà aggiustare (o iniziare) la terapia sostitutiva con Levotiroxina. Naturalmente non posso essere io via Internet a indicarle in che dosaggio: sarà l’endocrinologo in accordo col ginecologo a stabilirlo. Lei non menziona l’endocrinologo, ma credo che la diagnosi di tiroidite autoimmune gliel’abbia fatta lui, quindi è a lui che deve rivolgersi per i controlli del caso. Mi parla poi di granuli “1:640”: francamente non comprendo di cosa si tratti, visto che non specifica il principio attivo. Per finire, lei si dice triste ma non fatico a crederle: affidarsi alle informazioni raccolte in maniera poco ordinata su Internet non può che aumentare lo sconcerto, il disorientamento e la paura di chi non è un “addetto ai lavori”. Il mio consiglio è di seguire con fiducia i suoi medici di riferimento che, da quanto mi ha detto, hanno il controllo della situazione, senza cercare notizie spizzicando dai vari siti in modo non organico. Internet è un mezzo prezioso, ma può anche diventare un’arma a doppio taglio, alimentando ansie. Mi tenga informato se lo desidera. Tanti cari saluti.

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