Gentamicina solfato intramuscolo: ci sono pericoli in caso di concepimento?

A cura di Augusto Enrico Semprini - Professore specialista in Ginecologia Pubblicato il 23/01/2025 Aggiornato il 23/01/2025

Nei primissimi giorni di gravidanza un farmaco potenzialmente tossico o impedisce all'embrione di sopravvivere oppure non ha alcun effetto negativo. Questo per via della cosiddetta "legge del tutto o del nulla".

Una domanda di: Vanessa
A seguito di un’infezione alle vie urinarie ho iniziato la terapia con Gentamicina solfato intramuscolo. Questo mese ho avuto rapporti non protetti ma mancano 10 giorni all’arrivo delle mestruazioni quindi anche facendo un test, risulterebbe negativo. Ci possono essere conseguenze nel caso in cui il test poi fosse positivo tra qualche giorno?

Augusto Enrico Semprini
Augusto Enrico Semprini

Cara Vanessa,
la gentamicina per un’infezione urinaria credo l’abbia assunta per pochi giorni perché il farmaco è molto attivo ma purtroppo ha una componente di tossicità renale di cui tenere debito conto. In futuro per infezioni urinarie preferirei utilizzasse antibiotici con minori effetti collaterali.
Non vi sono problemi per averlo assunto prima di una gravidanza perché, anche se vi fosse un concepimento nei primi giorni di sviluppo embrionario un eventuale effetto tossico è tutto o nulla. Questo vuol dire che se vi è stata tossicità l’embrione non sopravvive, se invece il farmaco, che non risulta embriotossico quando utilizzato inavvertitamente in gravidanza iniziale, è stato tollerato, la gravidanza prosegue indisturbata. Se il test di gravidanza è positivo guardiamo con attenzione i giorni di somministrazione rispetto alla possibile data di inizio della gravidanza. Al momento il quadro è di tranquillità, ma merita una riconsiderazione in caso di test positivo. Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti