Feto che cresce poco: può avere anomalie?

Dottoressa Faustina Lalatta A cura di Faustina Lalatta - Dottoressa specialista in Genetica clinica Pubblicato il 19/07/2024 Aggiornato il 22/07/2024

Non è possibile stabilire se il feto abbia malformazioni o sia interessato da un'alterazione cromosomica semplicemente basandosi sul fatto che la sua crescita è al 3° percentile. Oggi si dispone di indagini di screening che possono dare informazioni sulla sua salute, ma se si decide di non effettuarle fare pronostici è realmente difficile.

Una domanda di: Valentina
Sono quasi alla 35^ settimana di gravidanza e sono molto preoccupata in quanto ho 38 anni e il mio bambino cresce al 3° percentile e pesa circa 1900 chilogrammi. Siccome non ho fatti il bi-test né la diagnosi prenatale ho paura che possa avere problematiche cromosomiche o malformazioni: cosa ne pensa lei? Sto vivendo la cosa veramente male. Grazie dell’attenzione.
Faustina Lalatta
Faustina Lalatta

Gentile signora, il quesito che lei pone è tutt’altro che raro. Risponderle in modo adeguato con i pochissimi elementi che lei mi fornisce è una vera sfida. Faccio un passo indietro. Ricordiamo che il timore o anche l’ansia che il proprio bambino non sia normale ha accompagnato e accompagna ogni singola maternità da centinaia di anni. Nel corso di tanti secoli, però, non esistendo accertamenti diretti sul feto ma solo vaghi indizi “esterni”, le gestanti arrivavano abbastanza serene alla nascita ed accoglievano come un vero e proprio mistero la nuova vita. Negli ultimi 40 anni la realtà è completamente cambiata. È avvenuta una vera e propria rivoluzione, sia sul piano dell’ecografia, sempre più potente, sia sul piano dei test genetici, sempre più estesi . Combinando tra loro queste due aree di indagine e integrando la conoscenza clinica sono stati definiti percorsi di “sorveglianza” della gravidanza nelle sue tre fasi : I trimestre, II trimestre e III trimestre. Tutti sono nati dall’esigenza di fornire ai futuri genitori informazioni sulla salute del bambini, sia rassicuranti, come lo sono quasi sempre, sia eventualmente (e molto più di rado) allarmanti. Alle gestanti viene quindi chiesto, attraverso il colloquio informativo con il ginecologo, di esprimere la propria volontà di conoscere o non conoscere i parametri e i dati fetali sia normali sia eventualmente patologici. Leggo dalla sua mail che ha deciso di non sottoporsi al bi-test o alla diagnosi prenatale, quindi, probabilmente, la discrepanza tra i parametri fetali osservati e i parametri fetali attesi nel III trimestre le suscita ansia in quanto le mancano informazioni che le permetterebbero di far fronte meglio ai dubbi attuali. Questo vale ovviamente anche per il suo ginecologo perché i dati che si raccolgono grazie alle indagini prenatali servono anche a lui per dare risposte. Che fare? Io mi baserei su ciò che si conosce, più che su ciò che è mancante (su cui non ci si può fare nulla). Per questo, non potendo ipotizzare alcuna situazione specifica per la sua gravidanza, le indico solo, in massima sintesi, quali elementi devono essere presi in considerazione per definire meglio cosa sta accadendo e permetterle di affrontare le ultime settimane con maggiore consapevolezza possibile e meno ipotesi cariche di paure. Mi riferisco a: epoca di esordio del rallentamento della crescita; evidenza di sproporzioni o anomalie fetali al controllo della 20^ settimana; andamento della curva di crescita, qualità della funzione placentare, quantità di liquido amniotico. Se uno o più parametri sono allarmanti, è fondamentale che lei ottenga una buona consulenza prenatale presso un centro ospedaliero affinché vengano predisposti i controlli delle ultime settimane e l’individuazione del punto nascita appropriato per proteggere al meglio il bambino. Cordiali saluti.

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