Sono una donna di 30 anni e sto cercando una seconda gravidanza da qualche mese. Nella struttura dove lavoro stanno facendo degli importanti
lavori di ristrutturazione che dureranno due anni almeno. Spesso al lavoro mi capita di sentire puzza di fumo o di plastica bruciata, in alcuni punti
molto forte. Mi chiedo se, nel caso ad oggi fossi incinta senza ancora saperlo (lo scoprirò fra 10 giorni) o in generale quando sarò incinta, se
respirare questi odori può essere teratogeno. Ho letto su internet che l’odore di plastica bruciata libera diossine che causano malformazioni
fetali..Sono molto preoccupata ma non so come risolvere la situazione in quanto non posso non andare al lavoro. Crede che sia il caso di sospendere
la ricerca di gravidanza fino al termine dei lavori? Grazie.
Elisa Valmori
Gentile signora, la sua preoccupazione è legittima e direi che se la sua esposizione lavorativa a questi fumi non è qualcosa di occasionale, vale la pena di chiedere conto al suo datore di lavoro (e in teoria, più precisamente, al medico del lavoro competente) dei possibili rischi per la salute di voi dipendenti.
Quanto alla possibilità che la diossina causi delle malformazioni, per fortuna non è proprio così.
Ci sono stati dei timori in passato che hanno portato anche diverse donne ad interrompere la gravidanza dopo esposizione alla diossina, ma presumo fossero basati sull’esperienza derivata dagli studi negli animali (che mostravano sia una maggior frequenza di malformazioni che di morte in utero nei feti esposti a questa sostanza).
Nel luglio 1976, una popolazione di almeno 37.000 persone è stata esposta alla diossina in seguito all’incidente allo stabilimento chimico di Meda, diventato famoso come “disastro di Seveso”. Ebbene, ancora venti anni dopo l’incidente, i campioni di plasma delle donne esposte contenevano elevate concentrazioni di diossina. Nonostante questo, non ci fu un aumento di malformazioni o di sindromi malformative nei nati dalla popolazione esposta.
Inoltre, non ci furono associazioni tra i livelli di diossina nel siero materno ed eventuali complicanze della gravidanza.
Sono state evidenziate solamente delle alterazioni nel funzionamento della tiroide nei neonati, anche in gravidanze insorte anni dopo l’esposizione.
La diossina è un inquinante piuttosto diffuso, si pensi che il 98% dell’esposizione umana deriva dai cibi contaminati, in particolare carni e latticini.
Ha una lunga emivita (ossia un lungo tempo di eliminazione dall’organismo) e si deposita preferenzialmente nel tessuto adiposo.
La cosa più interessante, è che nel feto si accumula nella vernix caseosa, ossia quella patina biancastra che lo riveste alla nascita e che viene rimossa col primo bagnetto…la Natura è veramente prodigiosa, non crede?
Spero di averla rincuorata e motivata a proseguire nella ricerca della gravidanza, le rammento di assumere acido folico (1 compressa al giorno da 400 microgrammi, lontana da the e latticini) e di osservare una dieta ricca di frutta e verdura di stagione, oltre che di cibi integrali, così da assumere tutte le vitamine e sali minerali necessari al benessere suo e della sua creatura.
Resto a disposizione se desidera, molto cordialmente.
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