Buongiorno dottoressa. Ho fatto l’Otto-test a 8 settimane per sapere il sesso del bambino. Il risultato è maschio. È possibile che questo test si sia sbagliato o devo prederlo come conferma che sia maschio al 100%? Ho letto che l’attendibilità è del 99% e il margine d’ errore è meno del 1%. Prima di fare questo esame una settimana prima ho fatto la prima visita e dall’ecografia la ginecologa mi ha detto che ha visto due corpi lutei, è possibile che ci sia stato un concepimento gemellare ma poi fallito? Forse sto dicendo una marea di cose senza senso ma ho letto che è possibile che in una gravidanza iniziata gemellare una camera gestazionale si può riassorbire da sola e di conseguenza, se si effettua il test del dna, può essere che rilevi, in caso fosse stato maschio l’embrione contenuto nella camera gestazionale assorbita, il cromosoma Y ancora in circolo nel sangue materno. Grazie anticipatamente.
Faustina Lalatta
Gentile signora, la ringrazio per aver scritto sul tanto controverso OTTO-TEST, proposto da strutture private già da qualche anno, e utilizzato senza regole e senza sufficiente trasparenza. Le dico subito che è un test inappropriato. Mi dispiacerebbe se l’avesse pagato. Sono soldi spesi male. La diagnosi precoce del sesso fetale, così detto “social sexing” è nata, pensi un po’, dalla richiesta delle donne cinesi che, obbligate dalla legge a generare solo un figlio, preferivano, per motivi sociali, avere un maschio. Identificando precocemente il sesso embrionale potevano, quanto prima, anche alla 7^-8^ settimana, abortire l’embrione di sesso femminile. Si tratta quindi di uno strumento che ha generato, e forse ancora genera, in alcuni Paesi una scia di interruzioni di gravidanza. Per questo e per altri motivi, ad esempio la bassa percentuale di DNA fetale circolante nel plasma materno prima della 12^ settimana, la possibilità di segnali molecolari di due embrioni non visualizzati, il test è stato additato da diverse fonti ufficiali come inaffidabile, improprio e da sospendere. Ma, come vedo dal suo quesito, in Italia vi sono strutture che lo offrono e forniscono dati di sicurezza del tutto soggettivi. Voglio sperare che nessuna donna italiana desideri avere un dato precoce sul sesso dell’embrione per evitare la sua nascita. Ma allora perché? Per curiosità o desiderio di affezionarsi da subito “all’embrione reale”? Mi lascerebbero perplesse queste motivazioni, dal momento che il test può risultare inaffidabile, addirittura fuorviante come lei stessa ha ben descritto. Una quantità di domande e dubbi generati da un test improprio. Sui siti che lo propongono si sostiene anche che l’utilizzo sia particolarmente rilevante per le coppie a rischio di malattie ereditarie che colpiscono solo i maschi come ad esempio la Distrofia Muscolare Duchenne. Cioè per definire subito se il nascituro poterebbe essere malato in quanto maschio, oppure no, ma se anche fosse, nel caso di feto maschio, sarebbe necessaria comunque la diagnosi prenatale. Queste famiglie, infatti, non accetterebbero mai il 50% di probabilità di interrompere la gravidanza senza aver appurato la malattia sul feto di sesso maschile. Diagnosi che si ottiene con la villocentesi. Pertanto, perché precipitarsi per conoscere il sesso, se poi viene comunque richiesta la diagnosi? Infine l’OTTO-test non assolve al quesito: il bambino che aspetto ha un corredo cromosomico bilanciato? Ha il numero corretto di cromosomi sessuali? Questo è il vero cardine dei test in gravidanza, sia di screening che di diagnosi. Test con potenzialità e limiti che vanno conosciuti accuratamente attraverso il contatto con professionisti preparati piuttosto che attraverso le pubblicità. Ciò che ho scritto riflette ciò che ho maturato in tanti anni di lavoro specialistico nella diagnosi prenatale. Con cordialità.
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