Gentile dottor Venturelli,
ho due figli gemelli di quasi 12 anni: Carlotta e Federico. Sono ancora molto bambini, anche se già si intravedono i primi segni di pubertà e io mi sto chiedendo se sia opportuno dato che sono ancora “Indietro” (come sviluppo fisico e anche a livello psicologico, pur essendo intelligenti) sottoporli alla vaccinazione contro il papilloma virus. Ho letto infatti che oggi viene consigliata anche per i maschi, me lo conferma? Inoltre non vorrei ancora affrontare con loro l’argomento “malattie a trasmissione sessuale” tuttavia se dovessi vaccinarli dovrei per forza affrontarlo. Vorrei sapere cosa ne pensa della vaccinazione, se davvero è opportuno vaccinare anche i maschi, se è il caso di aspettare ancora un pochino (almeno lo sviluppo) e cosa eventualmente conviene dire quando si fa la vaccinazione. Per finire, è il pediatra vero che la esegue?
Leo Venturelli
Cara signora,
rispondo alla sua prima domanda: ritengo la vaccinazione contro il papilloma virus (HPV) un’ottima opportunità, visto che due tipi di questo virus, il 16 e il 18, sono responsabili di circa il 70% di tutte le lesioni pretumorali (che quindi possono evolvere in carcinoma) del collo dell’utero delle donne. Nel sito del Ministero della salute, si legge infatti che “il fatto che il cancro del collo dell’utero sia di origine infettiva consente di adottare contro questa malattia una strategia sconosciuta per le altre forme di tumore. Attraverso la vaccinazione contro l’HPV è infatti possibile interrompere all’origine la catena che dall’infezione porta al cancro. Se grazie al vaccino l’organismo è in grado di contrastare l’infezione da Papillomavirus, allora non si potranno verificare i cambiamenti delle cellule del collo dell’utero, che portano allo sviluppo del tumore”. Voglio precisare che non tutti i tipi di papilloma virus causano lesioni precancerose: il 6 e l’11 sono responsabili solo di un’infezione nota come “condilomi acuminati” (popolarmente, “creste di gallo”) caratterizzata dalla comparsa di escrescenze che comunque sono benigne, cioè non degenerano in carcinoma. Va detto anche che spesso le lesioni da HPV, anche potenzialmente pericolose, regrediscono spontaneamente fino a sparire, senza comportare conseguenze. Ci sono però casi in cui nell’arco di 7-15 anni portano al cancro. Per quanto riguarda i maschi è senz’altro opportuno vaccinarli, sia per proteggerli dai tipi di HPV che in loro causano i condilomi acuminati (le escrescenze si sviluppano sui genitali, glande compreso) sia per evitare che possano contagiare le loro partner durante i rapporti sessuali. La vaccinazione andrebbe effettuata tra li 11 e i 12 anni, quindi molto prima (ci si augura!) dell’inizio dell’attività sessuale, perché si è osservato che risulta più efficace se l’adolescente non è ancora venuto a contatto con l’HPV. Sempre nel sito del Ministero si legge che : “la campagna di vaccinazione contro l’HPV è indirizzata agli adolescenti di entrambi i sessi, preferibilmente intorno agli 11 e i 12 anni di età. La vaccinazione in questa classe di età consente di prevenire, nella quasi totalità dei casi, l’insorgenza di un’infezione persistente dei due ceppi virali, che più frequentemente provocano il tumore della cervice uterina. Ambedue i vaccini sembrano presentare un certo grado di protezione verso altri ceppi di HPV”. Per quanto riguarda “cosa dire”, non mi porrei assolutamente il problema in quanto non occorre spiegare molto. Ai genitori dei miei assistiti preadolescenti, in presenza dei bambini, dico semplicemente che tra le vaccinazioni da fare, come per esempio l’antitetanica (per la quale è necessario effettuare richiami) c’è quella contro il papilloma virus, un microbo che attacca la zona genitale e, nella ragazze, il collo dell’utero. Non ho mai sentito la necessità di spiegare di più, di addentrarmi nel terreno delle malattie sessualmente trasmesse, se non espressamente richiesto dai ragazzi, e penso non ce ne sia bisogno con bambini di 11-12 anni, come del resto davvero raramente ho dovuto spiegare ai miei piccoli pazienti perché eseguire l’antitetanica o l’antidifterica o l’antiepatite. La vaccinazione è erogata gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale, alle bambine a partire dagli 11 anni compiuti: basta chiamare l’ASL di riferimento per avere tutte le indicazioni del caso. Oggi sono disponibili tre vaccini contro il papillomavirus: uno bivalente, che protegge contro i tipi 16 e 18 (gli HPV in grado di causare le lesioni pretumorali); uno quadrivalente anche contro i tipi 6 e 11 (gli HPV più di frequente responsabili dei condilomi acuminati; uno, novevalente controgli HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58, che è ovviamente ancora più protettivo visto che contrasta ben 9 tipi di HPV. Quest’ultimo è disponibile in Italia da un anno e mezzo. In tutti i casi le dosi sono due e vengono somministrate a sei mesi di distanza. Con cordialità.
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