Dubbi sul referto di un esame istologico

Dottor Gaetano Perrini A cura di Gaetano Perrini - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 13/08/2020 Aggiornato il 13/08/2020

Ci sono referti che, per la loro complessità, devono necessariamente essere interpretati dal medico che ha prescritto l'indagine.

Una domanda di: Mary
Ho avuto un aborto alla 10 settimana. Alla 7 settimana il battito era presente ma dopo due settimane non c’era più. Mi è stato quindi programmato un raschiamento. Il mio dubbio riguarda il referto dell’esame istologico: “tessuto deciduo-coriale con villi idropici del primo trimestre e numerosi inclusi di trofoblasto nello spazio intervilloso”. Cosa significa? Devo preoccuparmi? Ha a che fare con una gravidanza molare?
Grazie mille.
Dottor Gaetano Perrini
Dottor Gaetano Perrini

Buongiorno signora, le caratteristiche istologiche da lei riportate potrebbero essere suggestive di una degenerazione legata all’evento abortivo (materiale ritenuto per qualche giorno prima della diagnosi e dell’espletamento della revisione chirurgica).
Tuttavia talvolta la degenerazione idropica dei villi può essere rappresentativa di una mola vescicolare. Tale condizione assai rara presenta un incidenza si circa 1/1000.
Rappresenta generalmente una patologia della fecondazione ad andamento benigno. Le forme istologiche possono comprendere la mola parziale o mola
completa a seconda che la degenerazione comprenda alcuni o tutti i villi del trofoblasto (valutazione che puo essere fatta solo con esame istologico).
Rarissimo il caso invece di patologia con andamento complesso quello rappresentato dalla mola vescicolare invasiva con Infiltrazione nel miometrio da parte dei villi degenerati .
Una capitolo a parte può essere rappresentato dalla degenerazione tumorale di questi tessuti che ancora piu raramente possono trasformarsi in coriocarcinoma o tumore del sito placentare.
Ad ogni buon conto la valutazione clinica successiva dopo un aborto spontaneo merita un controllo clinico a 30 giorni con dosaggio delle beta hcg (sostanza prodotta dal
trofoblasto) non prima di 20 giorni dopo l’intervento, come verifica che il tessuto sia stato completamente rimosso o non si sia rigenerato in maniera anomala e non prevedibile.
In questa eventualità, il suo specialista di fiducia saprà darle certamente le giuste indicazioni.
Cordiali saluti.

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