Dubbi di una nonna su febbre e acetone

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 02/10/2017 Aggiornato il 03/08/2020

L'acetone può causare la febbre? No, può invece essere il contrario.

 

Una domanda di: nonna Gemma
Gent.mi Dottori,

mi scuso se non sto seguendo la prassi prevista per porvi domande, ma sono poco pratica di modalità internet.

Vorrei una risposta al quesito sorto in questi giorni a causa di una fortissima crisi da acetone in un mio nipotino di 5 anni e mezzo.

Su diversi siti è scritto testualmente e inequivocabilmente che L’ACETONE E’ UNA CONSEGUENZA DELLA FEBBRE E MAI LA FEBBRE E’ DOVUTA ALL’ACETONE.

Ora sono costretta alla descrizione di quanto accadutomi, mettendomi in forte polemica con mia figlia, madre del bimbo.

Il bimbo, figlio di mia figlia medico del lavoro,  è alto 125 cm, pesa 24 Kg, mangia in modo sregolato e in continuazione. Predilige, come da abitudini della zona di residenza, Orvieto, cibi pesanti. Per esempio, come pizza prende sempre quella con salsicce e wurstel, finendo spesso col mangiare prevalentemente salsicce e wurstel.   Da una decina di giorni è a casa mia. Dal secondo giorno, pur dormendo in un salone di circa 150 mq, quando la mattina entravo nella sua camera, sentivo un odore fortissimo di pipì dolciastro e di frutta ultramatura, dato che continua a fare regolarmente pipì a letto. Figuriamoci quando lo portavo a far pipì: un odore nauseabondo. Questo per tre giorni di fila. Ho avvertito sua madre, ma non ha dato importanza alla cosa. Al quarto giorno, oltre alle solite ingozzate, ha divorato otto bastoncini Findus fritti dalla madre in una padella colma d’olio di semi. La sera, in una sagra, ha mangiato tutte le salsicce di un enorme torta al testo, lasciando la torta. La notte ha dormito pochissimo, lamentandosi in continuazione. La mattina successiva ha vomitato di brutto e il fetore dell’acetone era irrespirabile. Ha rivomitato in continuazione tutto quello che gli davo da mangiare, perché mia figlia, ha il terrore se dovesse saltare un pasto. Sudato fradicio per il caldo, irriconoscibile per il pianto, gli strilli e il vomito, gli abbiamo misurato la temperatura: 38 °C. La madre l’ha portato al Pronto Soccorso, dove hanno diagnosticato una crisi da acetone e, tra gli alimenti proibiti, hanno incluso i succhi di frutta.

Sua madre è quindi partita dicendo che aveva contratto un’enterocolite e quindi aveva un virus. Prescrizione: tachipirina e nurofen.

Tutti i bambini, tranne la sua sorellina maggiore, sono scappati e suo fratello maggiore ha cambiato appartamento, terrorizzato. La notte ha continuato a vomitare, fino a riemettere il cibo di due giorni precedenti. Ero preoccupata perché tra vomito e pianto, la febbre era salita a 40. Rivomitava immediatamente anche tachipirina e nurofen.

Preoccupati io e mio marito abbiamo consultato diverse voci sull’acetone, trovando il vecchio rimedio del cucchiaino di zucchero.

Gli abbiamo dato zucchero ammorbidito con succo di mirtillo. Per il resto della notte e del giorno successivo, succhi di frutta, prevalentemente mirtillo, rinforzato con zucchero. Intanto era il terzo giorno che non andava di corpo (strana enterocolite da virus…). La madre, assente, prescrive banane e riso. Me ne guardo bene da seguire una dieta simile per un bimbo che entra nel quarto giorno di…. stitichezza. Per la prima volta in vita sua mangia minestrina in brodo vegetale, ripulendo, miracolo, il piatto.

La notte successiva il bimbo, terrorizzato dai ricordi delle interminabili vomitate, si dispera perché non vuol vomitare a letto. Prende la bacinella e, seduto al bordo del letto, fa di tutto per vomitare. Ma non ci riesce. Allora ricomincia a piangere a fontanella. Si dispera, cerca di causare il vomito tossendo, ma… niente. E’ sudato. Sento che è caldo. Ha 39,9. Gli diamo 20 ml di tachipirina, che risputa, cercando di vomitare e disperandosi perché non ci riesce. Riproviamo col mirtillo zuccherato e “il miracolo” si ripete. Si placa, dorme, suda, ma la febbre cala.

Fine dell’incubo e della storia.

Scusandomi per la noiosa ricostruzione, torno alla domanda iniziale.

Il bambino non ha avuto diarrea, mai.

Non ha avuto mal di gola.

Non ha avuto raffreddore.

Emetteva, da tre giorni prima del vomito, urine nauseabonde per odore zuccherino di frutta matura o marcia.

Siamo sicuri che sia sempre la febbre a scatenare l’acetone?

Siamo sicuri che un forte stress fisico (vomito, forte pianto per ore) dovuto all’acetone non possa causare un rialzo termico, in piena e conclamata crisi acetonica?

Richiedo scusa e ringrazio.

PS

Oltre che per il significato scientifico-statistico, la vostra risposta darà ragione o torto a due miei figli che mi hanno pesantemente accusata, di presunzione, incoscienza, perché, non essendo laureata in medicina, non ho dato retta ai medici.

Inutile ricordare loro che quello del Pronto Soccorso aveva proibito l’uso di succhi di frutta…

Leo Venturelli
Leo Venturelli

Gentile signora, in primo luogo confermo che l’acetonemia non dà febbre: è una condizione dovuta al fatto che l’organismo, non avendo a disposizione zuccheri da bruciare, utilizza i grassi. Questo processo porta alla formazione dei cosiddetti “corpi chetonici” che determinano il caratteristico odore di mela guasta dell’alito e niente di più. E’ vero invece che spesso l’acetonemia compare come conseguenza di malattie febbrile durante le quali il bambino diventa inappetente e quindi mangia poco o nulla. Per il resto, io credo che il suo nipotino debba essere visitato con cura dal suo pediatra, al quale spetta eventualmente stabilire se sia opportuno sottoporlo agli esami per escludere la presenza di un diabete. Cari saluti

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