Ho 37 anni. Sono reduce di 3 aborti. Il primo è avvenuto nel 2021 a 6 settimane, giusto il tempo di avere il test positivo. Ho cambiato ginecologa (la prima non mi faceva approfondire la questione), ho fatto una serie di esami e analisi ed ho scoperto deficit proteina s e qualche carenza a livello di tiroide. Ho sempre fatto monitoraggi, ho preso preventivamente acido folico e progesterone e, per i problemi appena detti, inhixa 4000 ui e tirosint 25. A giugno 2023 ho scoperto di essere nuovamente incinta, purtroppo assenza di embrione e si è conclusa nuovamente entro un mese. Il mio utero, con tanto dolore, si è ripulito da solo, così mi hanno detto, quindi non mi hanno fatto nulla. Ho iniziato il percorso in PMA, non sono emersi problemi specifici. In attesa del secondo consulto, a febbraio di quest’anno ho scoperto di essere di nuovo incinta, in modo naturale. Ho ripreso la stessa terapia, stavolta 2 ovuli di progeffik e levotirsol 50 al posto di tirosint. Al termine del primo trimestre la ginecologa mi ha ridotto il progeffik, non so perché. Nel frattempo ho controllato soltanto TSH, urine e nulla più. Sono arrivata a 15 settimane e ho avuto dolori forti. Corsa al ps, mi rimandano a casa. Il giorno dopo emorragia forte e ho perso il bambino, rischiando anche per la mia vita. Mi hanno fatto il raschiamento. Ho mille dubbi. La riduzione del progeffik potrebbe aver inciso? Da quando l’ho ridotto sentivo una maggiore secchezza vaginale e durante il giorno perdite bianche tipo candida. Ho cercato di stare il più possibile a riposo, ma non è che i dolori erano i segnali di un distacco? Se mi avessero ricoverata avrei potuto salvare il mio bambino? In questa gravidanza non ho controllato più valore proteina S, progesterone. Avrei dovuto? Inoltre nelle ultime analisi, le transaminasi risultavano sempre alte, ma la dottoressa non mi ha fatto fare altro se non ripeterle. Io mi auguro che dall’esame istologico di placenta e fetino venga fuori la causa. Può essere che l’anno scorso sia partita un’infezione che mi sono portata fino a questa gravidanza? Il raschiamento mi ha ripulita completamente o facendo un’isteroscopia, come mi suggerisce la ginecologa, potrebbe risultare altro? Ho tanti dubbi, chi mi segue non si esprime anche se credo che un’idea se la sia fatta. Mi potete suggerire qualche approfondimento specifico da fare in casi come il mio? Grazie per la disponibilità.
Elisa Valmori
Salve signora, la sua storia è dolorosa e giustamente mi pone tante domande a cui non saprò rispondere completamente.
Ci aspettiamo qualche chiarimento dall’autopsia fetale e dall’esame istologico placentare, ma non di rado anche con l’esito di questi esami in mano le risposte alle domande sulla causa dell’aborto tardivo rimangono inevase.
Lei ha già scoperto il deficit di proteina S e un lieve ipotiroidismo, che sono già stati trattati correttamente.
Può darsi che sia subentrata un’infezione e a questo proposito l’esecuzione di un’isteroscopia office potrebbe essere di aiuto per verificare la presenza di endometrite ossia la presenza di infiammazione a carico dell’endometrio, il rivestimento dell’utero in cui l’embrione si annida.
L’isteroscopia ci aiuta a capire non solo che l’utero sia completamente “pulito” in seguito al raschiamento, ma anche che il tessuto di rivestimento interno, l’endometrio appunto, sia sano. Inoltre, con l’isteroscopio si possono evidenziare e trattare anche difetti della cavità uterina quali polipi, fibromi, aderenze o setti che potrebbero ostacolare la ricerca della gravidanza.
“La riduzione del progeffik potrebbe aver inciso?” Non direi: normalmente lo si scala dopo il primo trimestre e lei appunto lo aveva dimezzato ma non ancora sospeso (se ho compreso bene).
Invece sarebbe interessante approfondire se lei sia soggetta a infezioni ricorrenti da Candida, magari consultando anche una nutrizionista.
L’alimentazione svolge un ruolo prezioso per la nostra salute e a volte può accadere che una dieta sbilanciata favorisca uno stato di infiammazione cronica, capace di condizionare negativamente il buon andamento della gravidanza stessa. La mia è solo un’ipotesi, naturalmente, ma mi sento di darle anche questa pista da seguire per approfondire le possibili cause degli aborti pregressi e, si spera, scongiurare l’eventualità che si possano ripetere in futuro.
“Se mi avessero ricoverata avrei potuto salvare il mio bambino?” Dubito, sa? Lei è stata sollecita a recarsi in pronto soccorso alla comparsa dei dolori e poi si è mantenuta a riposo a domicilio quando è stata dimessa. Anche se l’avessero ricoverata, non avrebbero potuto offrirle terapie diverse dal riposo per favorire il riassorbirsi del distacco.
“In questa gravidanza non ho controllato più valore proteina S, progesterone. Avrei dovuto?” No, in particolare il deficit di proteina S la fa rientrare nella categoria delle pazienti trombofiliche, motivo per cui le è stata prescritta l’eparina in gravidanza. Il progesterone normalmente non viene dosato in gravidanza, soprattutto se si è in trattamento con gli ovuli di progeffik.
Il rialzo delle transaminasi potrebbe essere un’ulteriore pista da seguire per comprendere se lei abbia avuto qualche tipo di infezione (epatite? Citomegalovirus? Mononucleosi? Colestasi gravidica?) e a giudizio del Curante proporrei di ripeterle fuori dalla gravidanza, completando lo studio del fegato con una ecografia.
Spero di averle risposto, in ogni caso lei è candidata ad essere seguita in un ambulatorio di patologia della gravidanza (cui si accede con impegnativa del medico curante che riporta l’esenzione M50 ossia gravidanza a rischio, in quanto paziente trombofilica) di cui sono dotati tutti i maggiori ospedali.
L’abbraccio a distanza e le auguro di poter coronare il suo sogno di diventare mamma: i figli sono un dono del Cielo e voi avete già tre angioletti che intercedono dall’alto per la vostra famiglia…coraggio!
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