Buongiorno gentili psicologi/ psichiatri. Mia figlia ha quasi 5 anni. Poco tempo fa è morta una mia lontana conoscente e da lì mia figlia mi ha fatto domande su cosa significa morire. Ho letto che bisogna sempre spiegare la verità sulla morte ai bambini e quindi ho cercato con parole adatte di farle capire che quando si muore si smette di vivere e si va in paradiso (siamo credenti) ma che le persone rimaste sulla terra possono essere tristi perché non vedranno più la persona morta (almeno fino a che non andranno anche loro in paradiso). Mia figlia mi ha chiesto se anche io morirò e io le ho detto di sì ma che probabilmente avverrà quando sarò molto vecchia e lei grande. Lei si è messa a piangere in un modo che non aveva mai fatto prima, si vedeva che era sconvolta e mi ha detto: “pensavo che tu mi aspettassi a morire e che morivano insieme così andavamo in paradiso insieme e non dovevo stare qui sulla terra senza poterti vedere”. Le ho spiegato che anche io sarò molto triste di non vederla ma che nessuno può scegliere quando morire. Alla fine si è addormentata ma ho paura di averla traumatizzata e vorrei rimediare. Come posso fare? Cosa avrei dovuto dirle di diverso? Ho optato per la verità perché pensavo di fare la cosa giusta ma dalla reazione di mia figlia credo di averla sconvolta. Sto molto in pena per lei. Grazie mille per i consigli che vorrete darmi.
Luisa Vaselli
Salve, ha fatto benissimo! La verità anche se può essere brutta è sempre da preferire. Raccontare bugie ci fa perdere credibilità ai loro occhi. Farà ancora domande sull’argomento e piangendo esternerà la sua angoscia, che è normale. Il problema spesso di parlare di certi temi è più nostro che dei nostri figli. Per i nostri cuccioli è fondamentale sapere che con noi possono parlare liberamente. Anche far trapelare il nostro dolore per le perdite è importante per poter capire che la morte fa parte del normale ciclo della vita. Pur essendo credenti potrebbe essere meno positivo tirare in ballo il paradiso e Dio; potremo generare aspettative irrealistiche o di un Dio negativo che porta con sé le persone buone. Si può invece dire che le persone (e anche gli animali) che se ne vanno restano comunque sempre nel cuore di coloro che le hanno amate. Con cordialità.
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