Cara dottoressa, ho un figlio di 12 anni che ha avuto uno sviluppo precoce: ha già il 46 di piede ed è alto 1,75. È sempre stato un bambino buono e affettuoso ma da qualche mese sembra posseduto da un demonio. Risponde male, stuzzica continuamente i suoi fratelli (ho altri due figli di sette e di quattro anni) si lamenta di continuo di tutto e, soprattutto, ha iniziato a rispondermi malissimo. Io sono fortemente in crisi perché non so cosa è giusto fare…Lascio perdere? Accetto le rispostacce? Non lascio passare nulla e trasformo la nostra casa in un inferno? Specifico che lui al pomeriggio sta con la nonna perché io e il padre lavoriamo fino a tardi e non rientriamo mai prima delle sette di sera. La cosa che mi fa star male è che con la nonna (mia madre) continua a essere gentile e affettuoso come sempre, non si innervosisce, non si spazientisce, non si sente vittima di ingiustizie. Preciso che ha il cellulare da qualche mese ma può usarlo solo per poche ore al giorno e fa sport tre volte alla settimana. Aiuto!
Michela Carmignani
Gentilesignora, comprendo il suo disorientamento e credo che quello che sta provando sia uno strumento prezioso per capire la situazione che sta affrontando suo figlio. Di colpo dall’essere in un corpo bambino si è ritrovato nel corpo di un adulto. Un terremoto a livello di continuità nell’esperienza di sé. Anche suo figlio è possibile che si senta molto disorientato: chi sono io, con questo corpo che non riconosco come mio? Chi sono io con questo corpo così diverso dal me di ieri e dai miei coetanei nei quali non mi riconosco e dai quali sono così diverso? Questo può contribuire ad alimentare un “clima tempestoso” nel modo di essere e nel comportamento del ragazzo. L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti corporei e mentali orientati alla conquista di un’identità autonoma. Per arrivare a questo l’adolescente ha bisogno di differenziarsi e di modulare i confini interpersonali a volte utilizzando modalità indirette come mostrandosi aggressivo e alimentando i conflitti. Fa parte del tema dell’identità testare i propri limiti: vediamo fino a che punto posso arrivare? Il ruolo del genitore è quello di esserci in qualità di adulto, senza riserva: essere una sponda ferma e benevola, come gli argini naturali di un fiume che contengono e ammortizzano l’ondata di piena. Implica stabilire pochi limiti chiari sui quali non è possibile negoziare, cosa è accettabile e cosa no, mantenendosi aperti a negoziare su tutto il resto e curiosi nel conoscere l’esperienza del ragazzo. Non stupisce che con la nonna non entri in costante conflitto mentre con lei sì: è proprio laddove ci sentiamo più vicini che a volte abbiamo bisogno di mettere distanza, quando si è in cerca della propria identità. Gli adolescenti a volte possono fare questo mostrando un atteggiamento ostile e sfidante, perché ancora manca la capacità di definire in modo chiaro ed esplicito i propri bisogni nella relazione. Questo può essere un indicatore del suo bisogno di rimodulare i confini proprio nella relazione con voi genitori, con i quali si sta dando il permesso di testare fino a dove può arrivare, qual è la velocità massima con cui può accelerare il cambiamento, senza perdere il senso di continuità del sé. Cordialmente.
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