Sono la mamma di un ragazzo con la diagnosi di schizofrenia schizoaffettivo, dico le due definizioni perché in ospedale, durante l’ultimo ricovero al San Paolo di Milano, hanno cambiato la diagnosi: schizzoaffettivo con il grave ritardo mentale. Lui ha 28 anni e dall’età di 16 anni è seguito dal CPS di Rozzano. Lui manifestava solo la paura della strada, poi a scuola superiore il primo mese ha avuto dei problemi, i ragazzi lo bullizzavano verbalmente perché portava in quel periodo delle scarpe comode per le unghie incarnite e da questo momento è peggiorato tutto, tant’è che non ha frequentato più la scuola ma nell’anno successivo ha frequentato una scuola protetta. Sono stati cambiati tanti farmaci ma peggiora sempre più, inoltre adesso ha anche la stereotipie e io penso che tutto sia dovuto ai farmaci: mi chiedo come è possibile che siano compase all’improvviso (è accaduto 4 anni fa). Sono una mamma disperata, non vedo via di uscita per questo povero ragazzo, mi potete aiutare voi o consigliarmi? Grazie.
Giorgio Rossi
Buon giorno, la situazione di suo figlio è impegnativa e sono solidale per le sue preoccupazioni. La diagnosi di disturbo schizoaffettivo verosimilmente è nata dalla osservazione dei curanti, che c’è stato un lungo periodo (oltre i 6 mesi) di disturbi come il delirio (idee errate che suo figlio non riesce a criticare, cioè a riconoscere che non sono reali, vere) o allucinazioni (vedere, sentire, percepire cose che nessun altro vede, sente) accompagnato da depressione o al contrario eccitazione/maniacalità (per esempio caratterizzato dal non dormire, sentire di poter fare qualsiasi cosa, o altri disturbi), con un periodo di almeno 15 giorni in cui sono presenti solo delirio o allucinazioni senza disturbi dell’umore (depressione o maniacalità). Gli eventi di vita come l’essere stati bullizzati possono far precipitare una sofferenza come questa, se la persona è predisposta a svilupparla. La fragilità cognitiva, cioè il ritardo mentale (disabilità intellettiva), avere difficoltà a comprendere quanto succede, tanto più se disabilità grave, rende più difficile affrontare le difficoltà. Deve verificare con i curanti che siano stati usati farmaci adeguati per un periodo di tempo sufficiente, cioè almeno 1 mese e mezzo, meglio 2 mesi, e a dosaggio pieno, dopo almeno 2 farmaci cosiddetti antipsicotici per la schizofrenia/disturbo schizoaffettivo (sono gli stessi per i due disturbi, con una aggiunta di antidepressivi e stabilizzanti dell’umore, come il litio, o lamotrigina, o il valproato, se la diagnosi è di schizoaffettivo), con questa diagnosi si potrebbe usare la clozapina, ne parli con i suoi riferimenti. Se è già stata usata, si procede con altri farmaci. E poi se le risorse del suo territorio lo consentono (si sarà accorta che le risorse dedicate alla Sanità, salute mentale compresa, anzi soprattutto salute mentale, non sono elevate) tutti gli interventi di supporto che possano essere attivati e non sono ancora stati avviati: diurnato, attività educativa/psicoeducativa, attività occupazionale, sostegno a voi familiari; questi interventi richiedono non solo la disponibilità di risorse, ma anche che siano praticabili, accettati e risultino di aiuto (ciò vale anche per i farmaci). Vi auguro tempi migliori e di trovare le risposte che cercate.
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