Distacco placentare: per quanto bisogna stare a riposo?

A cura di Augusto Enrico Semprini Pubblicato il 24/06/2024 Aggiornato il 24/06/2024

Stare a riposo non riveste alcuna utilità in relazione al buon esito della gravidanza eppure a volte viene prescritto. L'ipotesi (solo un'ipotesi!) è che la scelta possa essere dettata dal desiderio di evitare contenziosi in sede legale.

Una domanda di: Simonetta
Le scrivo per un conforto e parere sulla mia situazione. Quando ero a 6 settimane + 1 giorno, ho avuto perdite rosso vivo, mi sono recata in PS dove mi è stato refertato distacco sia al polo superiore che inferiore, senza precisazione alcuna della misura, il bambino per fortuna stava bene, mi prescrivono due settimane di riposo, magnesio e progesterone. Già dal giorno successivo non avevo più perdite. Dopo due settimane vado a controllo e si vede un\’unica area di distacco di 8.5mm in via di riorganizzazione. Continuo il riposo e la terapia. Il bambino continuava a crescere bene. Dopo ulteriori due settimane ripeto il controllo e la situazione era la medesima della visita precedente. Continuo il riposo fino alla settimana 12 + 1 quando, dopo qualche ora dall’ ecografia per la translucenza nucale ho avuto una forte emorragia e contrazioni a seguito delle quali sono stata ricoverata per una settimana, il bambino continuava a star bene e le perdite sono scomparse dopo 5gg. Alle dimissioni l area di distacco era 6 cm per 2.6 cm . Mi prescrivono terapia e riposo assoluto. Dopo dieci giorni vado a fare la visita di controllo e l’area di distacco era diventata 10 cm per 3 cm, nonostante il riposo assoluto, il bambino per fortuna continua a crescere bene. Dopo tre settimane, quando ero a 17 +1, faccio una ulteriore eco di controllo, il bambino cresce bene e l’area di distacco è diventata 7 cm per 2.4 cm. A questo punto mi dicono di continuare la terapia e di poter fare riposo relativo e qualche breve passeggiata sino alla morfologica che farò a 20 settimane + 3 giorni. Ora mi chiedo e Le chiedo… secondo la sua esperienza che possibilità ci sono che la situazione possa rientrare e che io possa condurre una vita normale? Sono chiusa in casa da tre mesi e con l’arrivo del caldo diventa sempre più pesante! Secondo lei per quanto tempo dovrò limitarmi solo a brevi passeggiate? C’è speranza di andare al mare? O concedermi una pizza? O rischierei di mettere in pericolo la gravidanza? Le preciso che dal momento in cui sono stata dimessa dall’ospedale (un mese e mezzo fa circa) ad ora non ho più avuto perdite. Grazie per aver letto la mia storia.
Augusto Enrico Semprini
Augusto Enrico Semprini

Cara Simonetta,
ho grande rispetto per la responsabilità che questi colleghi si prendono nell’interpretare questo esame di distacco placentare e, soprattutto, successivamente nel raccomandare le misure che ritengono utili per evitare un peggioramento. Le espongo però il mio punto di vista ed è (come più e più volte ho sostenuto) che il riposo non abbia alcuna utilità, come dimostra in modo inequivocabile il fatto che nonostante il riposo il distacco si può ripresentare. Se l’avessi in cura discuterei con lei questi aspetti e la lascerei completamente libera di svolgere le sue attività, forse con la raccomandazione di non dedicarsi ad attività faticose e/o attività sportive. Non si sa perché alcune placente si comportino in questo modo ma nella mia esperienza risultano ininfluenti su un buon decorso della gravidanza e quindi mi auguro che sia così anche nel suo caso.
Io parlerei con questi colleghi anche per liberarli dalla responsabilità di tenerla a riposo, a discapito del tono dell’umore che in gravidanza è importante che si mantenga buono. Vede, nei rari casi in cui questi distacchi finiscano per influire negativamente sulla gravidanza, se la donna non fosse stata messa a riposo un coro di rimprovero si eleverebbe, intonato da consulenti di parte eventualmente contattati. In altre parole, il fatto di non aver prescritto il riposo assoluto potrebbe essere additato come responsabile dell’interruzione della gravidanza, in mancanza di altre ragioni dimostrabili. Aggiungo che è una triste medicina quella in cui il medico deve prendere decisioni che non sono quelle di sicura utilità per i pazienti ma hanno il solo scopo di proteggerlo da accuse per colpe che in realtà non ha commesso ma che gli possono comunque essere addossate.
Un saluto molto cordiale e spero di aver delineato con precisione il mio personale punto di vista. Cordialmente.

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