Distacco amniocoriale e successiva PPROM: perché è successo?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 06/01/2025 Aggiornato il 06/01/2025

Solo eseguendo particolari indagini (tra cui un tampone per escludere infezioni vaginali o cervicali) si può riuscire a individuare la causa della rottura precoce delle membrane (PPROM).

Una domanda di: Maria
Cara dottoressa, le scrivo perché ho visto che ha trattato numerose volte di distacco amniocoriale.
A me già a 5 settimane di gravidanza mi è stato diagnosticato tale distacco ma solo poche settimane dopo mi hanno confermato l’entità in seguito ad un
pronto soccorso poiché ho avuto continue perdite di sangue. Non mi hanno detto di restare immobile bensì che loro non potevano farci
nulla. Sono andata avanti cercando di non fare sforzi (mai immobile). Poi a 20 settimane tutto si è infranto. Dopo la morfologica che decretava
l’ottima salute del mio bambino ho avuto delle perdite massicce di sangue, tanto che oltre agli ovuli di progesterone, pelvidol pregnant e spasmex mi è
stato dato anche ugurol.
Il giorno dopo mi si è rotto il sacco e non ho potuto fare nulla. Ho fatto una IVG perché mi hanno detto che non sarebbe andata bene in ogni
caso, anzi rischiavo un’infezione che tra le varie ipotesi poteva anche farmi perdere la possibilità di avere altri figli. Questo mi ha devastata
tanto che adesso ho il terrore di un’altra gravidanza simile. A proposito era la mia prima gravidanza. Ero talmente dispiaciuta che non ho
acconsentito all’autopsia di feto e placenta perchè non riuscivo a pensare che il mio bambino dovesse subire anche questo. Le mie domande sono
tante.
Il mio medico credo sia stato un po’ superficiale nonostante la sua disponibilità e dolcezza. Ha sempre sostenuto che fossi troppo ansiosa ma
non è vero perché il sangue non è mai una cosa buona e lui non ha mai acconsentito ad approfondire la cosa, manco una transvaginale. Il distacco
me lo hanno diagnosticato durante i pronto soccorsi che ho fatto quando il sangue si presentava più abbondante.
Mia sorella ha avuto un aborto spontaneo a 20 settimane a causa di un grumo che le si era formato in pancia ma non ha mai avuto perdite, alla fine è
risultata positiva a trombosi e sindrome dei fosfolipidi. Poi ha avuto un bambino tramite FIVET però per altri motivi.
Crede possa essere la stessa cosa?
Che debba procedere al pannello trombofilico? Quali altri esami mi consiglia di fare? Crede che il distacco possa aver decretato poi la PPROM (rottura prematura delle membrane)? Mi scusi per la lunghezza ma volevo spiegarmi bene. Grazie anticipatamente. I suoi interventi mi hanno aiutata molto psicologicamente durante la mia
travagliata gravidanza.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora,
la ringrazio di quanto mi ha scritto e nel mio piccolo spero di poterle essere di aiuto e magari anche sollievo dopo un’esperienza così drammatica.
Lei si è scusata della lunghezza ma solo grazie ai dettagli e ai particolari si può tentare di risponderle non dico a regola d’arte (occorrerebbe una visita in presenza!), ma almeno in scienza e coscienza.
Inizio con una precisazione a mio avviso necessaria. Lei non ha fatto un’interruzione volontaria di gravidanza, la cui sigla è IVG, perché immagino fosse l’ultima delle sue intenzioni, ma semmai un aborto terapeutico, a seguito delle indicazioni dei colleghi che non solo non vedevano possibilità di sopravvivenza per la sua creatura (in effetti dopo una PPROM a 20 settimane occorre per lo meno un miracolo perché nasca un bambino completamente sano) ma addirittura le hanno paventato l’impossibilità di avere altri figli in caso di infezione intrauterina.
Forse rischio di andare fuori tema, ma esistono delle associazioni che aiutano le mamme (e i papà) a superare questo lutto vero e proprio.
Si tratta di associazioni formate da genitori che hanno vissuto questa esperienza e si incontrano per condividerla e aiutarsi a trovare un senso di tanto dolore.
Le allego il link casomai lei e il suo compagno desideraste approfondire:

Contatti


Lei ha scelto (comprensibilmente) di non sottoporre suo figlio ad autopsia, immagino nemmeno la placenta sia stata analizzata.
In ogni caso, avendo avuto una PPROM sarebbe stato utile effettuare dei tamponi vaginali e cervicali in modo da indagare la presenza di eventuali infezioni.
A proposito, non è escluso che una raccolta di sangue a livello intrauterino (come accade per esempio in caso di distacco massiccio) possa andare incontro ad infezione…e l’infezione a sua volta facilitare la rottura prematura pretermine delle membrane amniocoriali. Naturalmente non siamo certi che sia andata così nel suo caso, ma potrebbe essere un’ipotesi.
Quanto allo screening trombofilico, risulta a mio avviso indicato sia per il pregresso parto pretermiche che per via della familiarità positiva e in particolare avrebbe senso indagare la presenza di anticorpi antifosfolipidi/anticardiolipina/LLAC/anti beta2glicoproteina.
Credo che lei in questo momento desideri e tema la gravidanza con la stessa intensità.
Dal punto di vista medico, è necessario fare tutti gli approfondimenti previsti per scongiurare l’eventualità che si ripeta il calvario della volta scorsa.
Presumo che in ambito ospedaliero lei possa essere seguita presso un ambulatorio di gravidanza a rischio, magari accedendo tramite servizio sanitario nazionale con esenzione M50 (ossia gravidanza a rischio) anche in fase preconcezionale, indicando come quesito diagnostico “pregressa PPROM”.
Finché non è incinta, si tratterebbe di prima visita ginecologica, dopo il test di gravidanza positivo dovrebbe accedere con “prima visita ostetrica”.
Spero di averle risposto e di averla rincuorata almeno un poco, rimango a disposizione se desidera e spero di risentirla con buone nuove…

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