Sono una donna di 40 anni (compiuti il 28 marzo scorso). Da 6 mesi mi sono messa in testa di fare un ciclo di crioconservazione degli ovuli, perché non avendo un compagno mi ha preso il panico di non poter avere possibilità di una gravidanza con i miei ovuli in futuro. Però nonostante abbia questo desiderio non sono ancora riuscita a intraprendere la cura per la stimolazione ovarica, in quanto ne sono terrorizzata. Sono quindi entrata in un loop mentale ossessivo dove alterno l’angoscia di dover affrontare il percorso, alla tristezza di dover rinunciare. Così sono caduta in una depressione reattiva con sbalzi d’umore e indecisione totale, per cui sono da poco in cura con 10 mg di olanzapina e 15 di mirtazapina. Chiedo se possa interferire sulla riuscita della stimolazione ovarica e anche in generale sulla ricerca e mantenimento di una possibile gravidanza. Infatti questa storia mi sta facendo emergere anche altre paure (lavoro, problemi della vita in generale) e lo psichiatra mi ha consigliato di intraprendere questa cura a lungo (mesi). Leggevo in particolare che l’olanzapina può alterare la produzione di prolattina e quindi l’ovulazione… Non so che fare, grazie.
Augusto Enrico Semprini
Cara Annalisa, a 40 anni il margine di successo delle fertilizzazioni in vitro è circa il 20 per cento e i cicli di stimolazione ovarica ottengono in genere due massimo tre uova. Con questo margine di successo la possibilità di ottenere una gravidanza dopo transfer degli embrioni ottenuti da due uova è del 40 per cento, di 3 uova del 36 per cento. Se si sottoponesse a due cicli di stimolazione raddoppiando il numero di embrioni questo margine di successo ppotrebbe salire. Come vede il sistema non è molto efficiente e questo è legato all’età in cui desidera crioconservare i suoi ovociti rispetto a quella raccomandabile che è intorno ai 30 anni, quando sia il margine di successo sia il recupero degli ovociti è molto maggiore. Rispetto a questi numeri un po’ deludenti rimane la possibilità di concepire spontaneamente che permane buona anche dopo i 40 anni e potrebbe essere l’alternativa da valutare alla conservazione ovocitaria costosa, che la sta mettendo in crisi e che offre un margine limitato di successo. Con cordialità.
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