Avrei bisogno di un consiglio sul mio piccolo Noah: come
toglierlo dal seno? Ciuccia troppo ormai ha 18 mesi e se prima prendeva
ciuccio ora manco quello quindi sempre al seno ed io oltre ad avere una
ferita sono esausta, non dormo e dipendo da lui completamente, che giusto che
sia, ma ho voglia di uscire anche solo per una pizza con mio marito. Ma d’altra
parte mi sento in colpa. Mi hanno detto riduci poppate ma il problema
se non gliela do quando la chiede si scatena l’inferno, scoppia una tragedia. Come si fa? In tutto ciò
mangia molto meno (forse il mio latte lo riempie?), per non parlare del
dormire, sonno agitato, pieno di lamenti e continuo svegliarsi, si placa solo
con il sen. In più come placare le sue urla? Come arginare i morsi e i graffi dopo un rimprovero? Non
ascolta nulla anche se dico con voce ferma decisa. Zero: emette comunque grida, mi aggredisce con le urla: un disastro. Grazie in anticipo.
Angela Raimo
Cara mamma,
in primo luogo anche secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, dopo l’anno di vita l’allattamento al seno va proseguito solo ed esclusivamente SE GRADITO A ENTRAMBI. Quando la mamma è stanca, come lei lo è, è esasperata, come lei lo è, è insofferente nei confronti dell’allattamento, mi creda è meglio smettere e anche farlo senza troppo tergiversare. Come fare? Semplice: si fasci il seno e smetta di offrirglielo, cominciando a proporgli il latte con la tazza a beccuccio e poi, nell’arco di poco, la tazza normale, visto che a 18 mesi i bambini sono più che pronti per bervi e gestirla senza incidenti. Di sicuro è irrinunciabile agire con decisione e per riuscirci occorre maturare la convinzione che sia questa la strada giusta da seguire, come di fatto, può esserne certa, è. Questo bambino ha preso il sopravvento perché non sente da parte sua alcuna fermezza, i suoi capricci, le sue urla, la sua, per così dire, aggressività sono mezzi per valutare fino a che punto può arrivare e, allo stesso tempo, esprimono la necessità di essere contenuto entro paletti rigidi (e ragionevoli). Lei parla di sensi di colpa perché desidera smettere di allattare. E perché mai? Il suo dovere l’ha fatto e bene, ha nutrito suo figlio con il suo latte ben oltre l’anno di vita, che è il limite vivamente consigliato, se ora non ce la fa più, basta così, altrimenti tutti i benefici psicologici legati al gesto finirebbero per svanire, per lasciare in lei, al loro posto, solo sentimenti di frustrazione e insofferenza. Lei ora si sente ostaggio del suo bambino perché si relazione con lui come se fosse un adulto, quando invece è piccolissimo: gli permette di detenere la gestione della sua vita quando, invece, questo compito spetta esclusivamente agli adulti, per quanto è oneroso e intollerabile nell’infanzia. Non a caso, a quanto riferisce, lo rimprovera, quando a 18 mesi il rimprovero non ha alcun senso: per controllare le intemperanze servono i no decisi (fermezza e dolcezza sono le parole d’ordine) e nulla più. Cara mamma, non giudichi le mie parole troppo dure, creda io comprendo profondamente il suo sentire, capisco cosa sta provando e vorrei davvero avere il potere di aiutarla a uscire da questo vicolo cieco in cui si è infilata, come spesso accade per una ragione molto semplice: nessuno ti insegna a fare la mamma. Ogni donna, quando lo diventa, fa quello che ritiene meglio, si dà generosamente senza più pensare a se, ma quando esagera in tal senso può, come è normale avvenga, non farcela più ed è molto sano che ne sia consapevole, che dica basta così, che desideri riprendere le redini della propria vita. Il mio consiglio è di cominciare a uscire qualche volta con suo marito, per una pizza, per un aperitivo: non dimentichi mai che se mamma e papà riescono a rilassarsi e a ritrovarsi come coppia per i bambino ci sono solo vantaggi. Scacci i sensi di colpa, che sono invasivi, logoranti e non servono a niente. Quando smetterà di allattare non cerchi di espiare caricandosi di rimorsi: è suo diritto farlo se non se la sente più, non ci stia male e per riuscirci tenga sempre presente anche che il bambino sta bene ed è sereno se la mamma sta bene ed è serena. Per quanto riguarda il sonno, vedrà che dal momento in cui lei si sentirà più tranquilla la situazione migliorerà: le ricordo di adottare un rituale della nanna, da ripetere ogni sera: la lettura di una fiaba dopo averlo messo nel lettino continua a essere la strategia preferibile. Mi auguro davvero che lei superi questo momento critico senza abbattersi, nella certezza che continuare così non sarebbe buona cosa per l’armonia della sua bella famigliola. Mi scriva ancora se le fa piacere.
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