Mia figlia ha 9 giorni di vita, si è attaccata al seno sin da subito (anche
se mia moglie dal 2^ giorno ha dovuto usare i para capezzoli per forte
dolore). Sto notando che spesso si mette il pollice in bocca quando ha fame,
la mia domanda è se sia giusto iniziare già a darle il ciuccio, visto che so
che il dito può rovinare il palato. È troppo presto anche per il ciuccio? È
meglio continuare a toglierle il dito dalla bocca quando ce ne accorgiamo e
non darle il ciuccio? Il ciuccio può essere una buona soluzione per darle
una sorta di sollievo quando non vuole mangiare e per calmarla quando magari
i genitori non ci sono?
Angela Raimo
Gentile papà, c’è un vecchio detto popolare che saggiamente recita “il ciuccio è mezza balia”. Sì il ciuccio conforta ma non è solo per questo che è una buona idea proporlo ai piccolini (ammesso che lo accettino perché gli allattati al seno non sempre lo gradiscono): si è osservato che è protettivo nei confronti del terribile evento noto come “morte improvvisa del lattante”, anche se la regola fondamentale resta sempre quella di coricarli tassativamente a pancia in su. Aggiungo che sono davvero passati molti anni da quando c’erano pregiudizi intorno al ciuccio, quindi lo offra tranquillamente e, se la sua piccina lo vorrà, ne trarrà anche consolazione. Per quanto riguarda il ditino, non deve assolutamente toglierglielo di bocca, e perché mai? Le permetta di “sentirsi”, è giusto che lo possa fare. Mi permetto di aggiungere che quando la bambina si attacca al seno deve afferrare l’intera areola e non solo il capezzolo: è così che per la mamma si limia il fastidio e il rischio di ragadi diminuisce. Sento in lei molta preoccupazione: cerchi di rasserenanrsi e di gstare appieno la meravigliosa esperienza che sta vivendo. Buona festa del papà (penso che per lei sia la prima, la più indimenticabile!).
Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.