Salve dottoressa, vorrei un suo parere, visto che le ho scritto diverse
volte. Dopo 5 mesi dall’ultima interruzione di gravidanza anche la seconda
si è interrotta alla 15esima settimana. In questa seconda stavo seguendo una
terapia con acido folico, Normocis, cardioaspirina e cortisone. Ho avuto
qualche episodio emorragico lieve e ho fatto punture di progesterone.
Nonostante tutti questi accorgimenti il battito fetale si è fermato e
nemmeno il mio medico sa darmi una risposta chiara sull’accaduto. Lei cosa
ne pensa? Che tipo di esami dovrei fare prima di tentare un’altra
gravidanza? Grazie mille.
Elisa Valmori
Salve cara signora, mi addolora quello che le è accaduto, tanto più che stava seguendo tante terapie che avrebbero dovuto in qualche modo sostenere e facilitare il buon esito di questa nuova gravidanza.
Il fatto che si sia interrotta nel secondo trimestre (oltre ad essere per lei il secondo aborto spontaneo consecutivo) implica la necessità di effettuare degli accertamenti per poliabortività.
Si tratta di esami ematochimici speciali denominati screening trombofilico (possono essere prescritti dal genetista ma anche dal ginecologo, purché venga firmato insiem il consenso informato per gli esami genetici ossia ricerca della mutazione per MTHFR, Fattore V Leiden e fattore II).
In una delle sue passate lettere, lei faceva riferimento a due fibromi uterini e sarebbe importante riuscire a precisare bene la sede e la dimensione di questi fibromi per essere certi che non pregiudichino il buon esito di una gravidanza. Per indagare i fibromi, si inizia dall’ecografia pelvica di I livello, poi si ha quella di secondo livello oppure la sonoisterografia (una ecografia “speciale” in cui si utilizza della soluzione fisiologica sterile come mezzo di contrasto per distendere la cavità uterina e visualizzare bene le sue pareti).
In alcuni casi, invece della sonoisterografia si preferisce optare per l’isteroscopia diagnostica (ha il vantaggio di consentire delle piccole biopsie all’interno dell’utero e di correggere dei piccoli difetti qualora fossero presenti) e, in casi selezionati, l’isteroscopia operativa (si fa in sedazione, utile per rimuovere polipi endometriali, miomi sottomucosi o correggere eventuali aderenze o setti endocavitari).
Sul feto si potrebbe eseguire l’autopsia ed eventualmente richiedere il cariotipo (ossia la conta del numero dei cromosomi) in modo da escludere anomalie genetiche incompatibili con la vita. In alcuni casi i protocolli ospedalieri prevedono l’esecuzione di tamponi cervicali e vaginali completi per essere sicuri che non sia stata magari un’infezione a far precipitare gli eventi.
Insomma, ci sono molte diverse indagini che sarebbe opportuno effettuare per avere delle risposte più precise su quanto è accaduto e per riuscire a scongiurare l’eventualità che si ripeta.
Oltre a questi accertamenti, potrebbe darsi che il suo medico curante ritenga opportuno escludere anche altre patologie quali la celiachia, il diabete, l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, l’ipovitaminosi D…dipenderà sia dall’anamnesi personale che familiare.
Io mi permetto di ricordarle che è possibile seppellire il suo piccolo già a questa settimana, se lo desidera.
Infine, magari avevate già pensato per lui/lei un nome? Forse non ancora, ma perché non dargliene uno?
L’abbraccio forte, sono sicura che con il suo compagno vi aiuterete a superare insieme questo momento così difficile.
Se posso in qualche modo essere di sostegno e incoraggiamento, volentieri resto a disposizione.
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