Sono mamma di due bimbi Tiziano 3,5 anni e Diego 18 mesi. Fratelli affettuosi e litigiosi, che già da mesi interagiscono e giocano /lottano assieme. Tiziano è un bimbo molto socievole, dolce, autonomo nel mangiare, nell’andare in bagno (dai 22 mesi), e nel giocare e inserirsi in altre situazioni con bimbi di ogni età. Capace di parlare/interagire anche con gli adulti, caratteristica che non riscontro facilmente nei suoi coetanei. Diego è un furbetto, scaltro, con le idee molto chiare. La gestione dei due come immagina richiede energie ma mi è sembrato, più o meno, di avere la situazione sotto controllo. Almeno fino ad un paio di settimane fa quando un paio di situazioni hanno acceso in me un campanello di allarme. Mi sono (quasi) sentita impotente o, meglio, incapace di gestirle correttamente. Mi spiego: una mattina, mentre i bimbi giocavano da soli in stanza, li sentivo da lontano, affacciandomi a controllare ho trovato la porta di casa spalancata. I due erano seduti placidamente sul pianerottolo, precisamente sul primo gradino di una lunga scalinata. Non le dico lo sforzo che ho dovuto fare per evitare che l’emotività portasse i piccoli a fare gesti dalle conseguenze cui non voglio neppure pensare. Li ho riportati con calma in casa e poi ho provato, con calma sempre, a spiegare l’errore fatto. Ad entrambi, sì. Ma, di certo, la spiegazione più articolata era Tiziano che per quanto piccolo anche lui, ha di certo qualche strumento in più per capire. E imparare dagli errori.
Altra situazione: in piscina. Tiziano mi chiede di passare dalla piscina piccola a quella grande. Accolgo la richiesta spiegandogli che dovevamo entrare tutti e tre assieme dal lato in cui si toccava per darmi la possibilità di gestire entrambi, soprattutto Diego. Certo Tiziano è andato in piscina questo inverno, ama l’acqua, e già si tuffa con il papà e con me nella piscina grande, cose che gli hanno consentito di sviluppare una certa acquaticità. Il problema è sorto perché Tiziano, ignorando le mie raccomandazioni, appena girate le spalle, si è tuffato da solo nella piscina grande! Aveva i braccioli ma non sa nuotare. La punizione, preventivamente spiegato il punto, è stata quella di uscire immediatamente dall’acqua e non rientrarci per 10 minuti. Aveva davanti l\orologio. E gli sono sembrati interminabili anche perché io ero dentro l’acqua suo fratellino.
La domanda che le faccio è: ho gestito bene queste situazioni? Cosa avrei potuto fare meglio? Sono stata troppo morbida? Mio marito mi rimprovera perché dice che non hanno paura di niente. Dovremmo punirli. Davvero ci vogliono punizioni più severe? A 3 anni? Serve avere paura di qualcosa?
Io preferisco per esempio privare di un gioco per qualche tempo ma a oggi questo metodo non ha portato, direi, buoni risultati. È la normale evoluzione della scoperta del mondo? … Come si dice, per diventare adulti ci vuole anche fortuna?
Mi sento disarmata e ho paura che in due si spalleggino per fare cose ben più pericolose…
Non credo nelle sculacciate, non nelle urla, né vorrei si sviluppassero paure che magari più in là potrebbero portare a menzogne e comportamenti omertosi. Li ho sempre abituati ad essere.liberi, senza mamma chioccia a prenderli in braccio ad ogni caduta. È forse la spavalderia il risultato di questa “libertà”?
Attendo con ansia un suo suggerimento.
Grazie in anticipo.
Luisa Vaselli
Cara mamma,
I suoi piccoli esploratori fanno solo esperienza del mondo. Il suo atteggiamento è corretto: vanno avvisati preventivamente di “cosa non si fa” e se loro non desistono la punizione è la giusta strada. Criticare il comportamento (quello che hai fatto non va bene, avresti potuto farti male; non mi piace il fatto che tu non mi abbia ascoltato, perché potevi trovati nei guai) e spiegare il pericolo che si può correre non attenendosi alle indicazioni di mamma e papà è la strada giusta, come lo è mantenere la calma, come è riuscita a fare. Al riguardo, credo che lei sia stata davvero bravissima a non perdere le staffe, ma mantenersi tranquilla (e decisa) sia per rimproverare Tiziano sia per dargli la piccola (e giusta) punizione. Mi sembra che lei abbia tutta la situazione perfettamente sotto controllo e non deve pensare che sia così perché a volte si sente un po’ disorientata: è normale che accada quando si crescono dei bambini. Il suo atteggiamento è quello giusto e darà frutti positivi; certo è che deve mettere in preventivo che i suoi piccini continueranno a cercare l’indipendenza, a essere tentati dalle esperienze nuove, a voler provare, misurarsi, affrontare, scoprire: è naturale e sano che sia così, e lo è altrettanto che lei, senza troppa apprensione, continui a seguirli e a supervisionarli esattamente come ha fatto finora. Mi tenga aggiornata, se lo desidera. Con cordialità.
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