Una domanda di: Sabrina
Incuriosita dal suo giudizio medico le scrivo. Prima gravidanza cervicometria ridotta con funneling (ricovero ospedaliero dalle 25 alle 30 settimane con protocollo: Bentelan Tractocile e progesterone intramuscolare tutti i giorni + riposo assoluto dalle 30 alla 34 a casa) alla fine ho partorito a 37+4. Ora seconda gravidanza il mio ginecologo mi ha ricoverato a 27 settimane sempre per cervicometria ridotta a 14mm (stesso protocollo effettuato in più tamponi positivi allo streptococco agalactiae, fatto ciclo di antibiotici).
Secondo lui io dovrei effettuare un ricovero fino a 34 settimane almeno per non correre il rischio di un parto pretermine. L’ospedale della mia città non ha una TIN ma solo un buon reparto di rianimazione per adulti. Secondo lei è possibile un ricovero così lungo? Nessuno tiene conto del disagio mentale che può provare una mamma ad essere ospedalizzata così tanto tempo e a lasciare un altro bimbo a casa? Quando potrei ritenermi “fuori pericolo” e pensare di effettuare un riposo a casa?

Augusto Enrico Semprini
Cara Sabrina,
le do la mia opinione che descrive il modo in cui assisto le mie pazienti. È un’opinione che le do nel pieno rispetto delle scelte cliniche dei colleghi che l‘hanno in cura, s'intende.
In caso di accorciamento del collo dell’utero in nove casi su dieci pratico un cerchiaggio cervicale, cioè chiudo il collo dell’utero con una fettuccia di materiale biocompatibile che possa essere lasciato in sede fino al termine di gravidanza. Quando il cerchiaggio ha dato buon esito, ho avuto un solo fallimento in 40 anni, lo lascio in sede per una prossima gravidanza, in modo da non dover espletare un nuovo tempo chirurgico perché comporta un rischio di rottura del sacco, la possibilità di innescare il travaglio, un rischio infettivo ed un rischio emorragico. Non ho mai avuto queste complicanze in circa 200 procedure ma questo può spiegare la riluttanza di altri colleghi nell’esporre una paziente a questi rischi. Non ritengo che il riposo sia un elemento che riduca la possibilità di un ulteriore accorciamento del collo dell’utero quindi non chiedo riposo alle mie pazienti e purtroppo non vi sono studi scientifici che ci aiutino a capire quale di queste indicazioni sia quella corretta. Secondo me l’aspetto gravitazionale è quasi irrilevante e capisco il disagio emotivo soprattutto in una donna che ha già un bambino da accudire. La presenza di terapia intensiva neonatale dà una sicurezza aggiuntiva ma nella sfortunata ipotesi di un parto prematuro un trasferimento con mezzi adeguati non modifica la prognosi del prematuro. Non mi preoccupo dello streptococco, germe presenze nella sua nicchia biologica che sono vagina e retto. Già è stato trattato ma avrà bisogno di un trattamento al parto, anche se prima del parto il tampone batteriologico risultasse negativo. Queste sono le istanze aperte su cui vede che vi sono diverse alternative assistenziali e io rimango a sua disposizione per tutti i chiarimenti che potesse ritener utili per prendere una decisione.
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