Cardirene: le donne incinte di 40 anni devono per forza assumerlo?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 21/11/2023 Aggiornato il 12/12/2023

Posto che le ragioni di una prescrizione vanno richieste al medico che l'ha effettuata, è senz'altro possibile che in caso di gravidanza in età avanzata, anche senza particolari fattori di rischio, venga indicato l'uso dell'aspirinetta (il Cardirene) per giocare d'anticipo sull'eventuale comparsa di problemi che potrebbero interferire sul buon andamento della gestazione.

Una domanda di: Giulia
Scrivo perché ho un grosso dubbio. Sono incinta, alla 15^ settimana. Dal ginecologo che mi segue mi è stato prescritto il cardirene, 75mg al giorno, questo come prevenzione. Ho 40 anni e sono alla prima gravidanza, nessun precedente aborto spontaneo, nessuna malattia o precedenti simili in famiglia, no problemi di pressione e o peso…esami del sangue ok (preciso che non ho fatto nessun test sulla preeclampsia). Capisco che l’età possa incidere, ma solo per l’età dovrei assumere il medicinale? Ne ho riparlato con il ginecologo ma lui ribadisce il suo parere/consiglio. Vorrei sapere se anche secondo lei sia utile e raccomandato nel mio caso (anche perché finora ho letto solo di donne che prendono questo farmaco per problemi antecedenti). La ringrazio e la saluto cordialmente.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, in effetti il collega le ha prescritto una terapia su cui io temo di non potermi espremere più di tanto non avendo tutti gli elementi necessari per capire se sia indicata o meno nel suo caso specifico. Lei in apparenza non ha fattori di rischio che richiedano l’impiego di acido acetil-salicilico (questo è il nome del principio attivo del Cardirene). Non ha avuto aborti spontanei pregressi, non ha alterazioni note a carico della coagulazione del sangue o storia personale o familiare di eventi tromboembolici. Magari ha effettuato nel primo trimestre l’ecografia per traslucenza nucale abbinata al bi-test? Potrebbe essere che l’esito del bitest abbia influito sulla scelta del collega di prescriverle questo farmaco. Magari fuma? Immagino di no e potrebbe darsi quindi che l’unica ragione della prescrizione risieda proprio nella sua età già avanzata per una prima gravidanza. Può essere che il collega abbia preferito “giocare d’anticipo” e darle questo trattamento per migliorare al massimo gli scambi mamma-bimbo a livello placentare, prevenendo così il rischio di IUGR ossia restrizione dell’accrescimento fetale nell’utero oppure di gestosi o preeclampsia, una malattia della gravidanza che ha alla base un difetto nello sviluppo della placenta. In ogni caso, occorre sapere che l’acido acetil-salicilico è innocuo in gravidanza se impiegato a basso dosaggio (75-100 mg/die) mentre può comportare dei rischi seri per il nascituro se assunto nel secondo e/o terzo trimestre ad alti dosaggi (ad esempio 400 mg/die) come è nel caso dell’aspirina. Nessun pericolo quindi per lei e per il suo piccolo ospite, per cui non vedo controindicazioni a proseguire il trattamento. Credo sarebbe una buona idea provare a tornare sull’argomento con il curante per avere maggiori delucidazioni e poter assumere questa terapia con più convinzione. Intanto le faccio le mie congratulazioni per questa bellissima avventura che sta vivendo: non c’è cosa più bella che diventare mamme per noi donne! Spero di averle risposto e resto a disposizione se desidera, cordialmente.

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