Bruciore vulvare inspiegabile

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 10/09/2019 Aggiornato il 10/09/2019

Le malattie che danno come sintomo principale un bruciore che interessa i genitali esterni sono numerose: avere una diagnosi esatta è irrinunciabile per individuare la terapia corretta.

Una domanda di: Marie Jeanne
Da un anno ho un bruciore vulvare e, da tutti gli esami di rito richiesti dai vari ginecologi, dermatologi, non risultano né batteri né malattie veneree. Ho effettuato persino delle biopsie,tutte negative. Ho usato creme, integratori, tutti costosissimi, ma niente! Ho fatto anche delle sedute di Monnalisa senza risultato. Mi hanno diagnosticato una vulvite atrofica, per cui il ginecologo mi ha prescritto il testosterone, ma applicato sulla parte mi scatena un bruciore pazzesco, quindi ho subito smesso. Ho sessanta anni e da dieci sono in menopausa. Cara dottoressa, mi aiuti, sono disperata, non so più dove andare e cosa fare. Ho acquistato centinaia di euro di creme e lavaggi vari senza alcun risultato. La saluto e la ringrazio.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Gentile signora, mi rincresce che lei sia così disperata e mi auguro che possa presto trovare una soluzione ai suoi problemi intimi, grazie a una diagnosi corretta.
In base a quello che lei mi ha riportato, vedo che i trattamenti sono stati i più diversi ma non hanno purtroppo avuto esito positivo.
Non mi ha riportato l’esito delle biopsie e presumo sia stato anch’esso non dirimente.
A livello vulvare, in particolare dopo la menopausa, si possono avere diverse patologie, caratterizzate ciascuna da sintomi abbastanza simili (prurito, bruciore, dolore ai rapporti sessuali…) ma differenti quadri isto-patologici (di qui l’utilità della biopsia per cercare di indirizzare la diagnosi).
Lei mi ha riportato una diagnosi di vulvite atrofica ma mi permetto di osservare che in menopausa l’atrofia è la regola, non l’eccezione, e solitamente non viene trattata con il testosterone (ormone tipicamente maschile) ma con gli estrogeni (ormoni femminili)…non mi tornano i conti, ma sono convinta che il professionista cui lei si è affidata vada interpellato nuovamente per trovare insieme la diagnosi e la terapia più appropriate nel suo caso.
Tra le varie patologie che possono interessare la vulva, se escludiamo le infezioni e le neoplasie, abbiamo le dermatosi vulvari.
Sono una famiglia composta dalle seguenti patologie: lichen scleroso, lichen plano, lichen simplex, dermatite irritativa allergica o da contatto, psoriasi vulvare, aftosi vulvare, malattie autoimmuni bollose (pemfigo o pemfigoide). Direi che possono essere sospettate facendo la visita ginecologica e approfondendo poi mediante la vulvoscopia (cui immagino lei si sia già sottoposta più volte, visto che ha effettuato delle biopsie).
Il rimedio basilare di tutte queste malattie è costituito dagli steroidi topici, ossia dei preparati a base di derivati del cortisone, da applicare localmente.
Ci sono diversi tipi di preparati: quelli liquidi (sotto forma di lozioni, emulsioni, impacchi) e quelli semi-solidi (sotto forma di paste, creme, unguenti, gel).
Inoltre, esistono 4 classi di steroidi topici in base alla loro potenza: classe I o ultrapotenti (ad es. Clobetasolo, Diflucortolone e Fluocinolone), classe II o potenti (ad es. Triamcinolone, Mometasone, Betametasone valerato), classe III o a media potenza (ad es. Idrocortisone e Betametasone dipropionato) e classe IV (ad es. Desametasone e Idrocortisone)
Non sapendo se lei abbia mai fatto uso di questi preparati, mi sono permessa di accennare a questo tipo di trattamento, non certo perché lei ricorra all’automedicazione ma per darle fiducia nel fatto che, una volta trovata la diagnosi per la sua patologia, ci sarà anche un trattamento efficace in grado di restituirle la sua intimità.
Resto a sua disposizione se desidera, cordialmente.

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