Sono la mamma di un bimbo nato prematuro, 29 + 4, che dopo 8 mesi di TIN siamo stati dimessi in ossigeno terapia h 24 con 2 litri al minuto
(ossigeno liquido). Il neonato dovrebbe portare naso cannule ma per la maggior parte del tempo ha un tubicino vicino al nasino in modo da
consentirgli di essere più libero (perché le cannule se le toglie ). Secondo lei è giusto erogargli in questo modo ossigeno? O rischiamo di farlo
affaticare? La saturazione è sempre sui 90/92 da sveglio e quando dorme 97/98. Inoltre, vorrei sapere se questa condizione (broncodisplasia di grado
severo moderato ) può migliorare con il tempo e con la crescita del bambino. Ci sono particolari accorgimenti o terapie che possono favorire il
miglioramento della sua condizione respiratoria? Noi già facciamo revatio, aldactone e lasix.
Infine, secondo lei dobbiamo farci seguire da uno specialista in pneumologia o sono sufficienti i controlli in TIN?
In allegato la foto del tubicino.
Claudio Migliori
Buongiorno,
essendo la displasia broncopolmonare una delle principali complicanze della prematurità, le terapie e i trattamenti utilizzabili ai fini di aiutare il neonato nel corso del suo sviluppo sono uniformemente conosciuti e seguiti da tutti i centri di Terapia Intensiva Neonatale (TIN), sia italiani che esteri. Non esistono, ad oggi, cure o procedure che possano risolvere il quadro clinico e l’ossigeno, associato o meno a vari farmaci, è l’unico presidio di cui si dispone.
La via di somministrazione ha una importanza relativa, ovvero sia che si usino nasocannule o un tubicino posto in prossimità delle vie aeree o una mascherina poco cambia ai fini dell’eventuale guarigione. L’unico parametro che va seguito è il tasso di saturazione ematica. Non è possibile, purtroppo, stimare una tempistica che definisca il momento in cui si potrà sospendere l’ossigeno e solo il progressivo sviluppo del tessuto polmonare, che andrebbe supportato anche adeguando gli apporti nutrizionali e l’igiene respiratoria (evitando, cioè, qualsiasi tipo di infezione intercorrente) permetterà di definire il momento della “guarigione”.
Ciò che state facendo, in termini di terapia, è lo standard per questo tipo di pazientini e al momento non ritengo necessario il supporto dello pneumologo. Non escludo, invece, che in futuro, ovvero dopo i primi 2-3 anni di vita, una valutazione specialistica pneumologica potrebbe risultare utile ai fini di stabilire le performance respiratorie del bimbo e, conseguentemente, selezionare le attività aerobiche più adatte a lui.
Cordialmente.
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