Gentile dottoressa,
il mio bambino di tre anni è molto manesco. Quando gioca con i coetanei se non stiamo più che attenti cerca di picchiarli e non solo a mani nude ma anche brandendo giocattoli pesanti. Le educatrici della scuola materna dicono che è difficile gestirlo e che spesso fa piangere gli amichetti che giocano con lui. Vorrei sapere cosa si può fare per contenerlo…Sgridarlo serve a poco, che ne pensa di metterlo in castigo, allontanandolo per un pochino dagli altri? Preciso che io non lavoro quindi lo tengo io dopo l’asilo.
Grazie.
Luisa Vaselli
Salve, allontanarlo dagli altri non lo aiuta, lui ha bisogno di capire come ci si comporta.
Anzi credo che sia opportuno cercare di tenerlo in luoghi dove può incontrare altri coetanei, anche fuori dalla scuola.
Non so se già è stato fatto, ma nei giorni in cui non picchia nessuno è una buona idea lodarlo per il suo comportamento: “Sei stato grande! Sono proprio felice! Non hai picchiato nessuno!”
Potrebbe essere utile fare un calendario, con faccine sorridenti, dove segnare i giorni in cui lui non picchia nessuno. Ogni 5 faccine disegnate sul calendario c’è un premio. Se pensa che in un mese possa accadere una sola volta allora il premio va dato dopo una faccina (aumentando ogni volta che raggiunge il traguardo). E’ importante infatti porre obiettivi raggiungibili. Consideri che il premio non deve essere né in cibo, né in denaro, né in giocattoli. Infatti, se si regalano cose materiali si rischia di passare il messaggio che le persone sono in vendita e si possono comprare, ergo con i soldi si può ottenere tutto. Premiare con caramelle, cioccolatini o altri dolcetti apre la strada al rischio di trasformare il cibo in una fonte di rassicurazione, con la possibilità di favorire, più avanti, lo sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare. Il premio migliore, più gratificante ed educativo consiste nel fare qualcosa insieme, qualcosa che al bambino possa piacere tanto; per esempio accompagnarlo al cinema o allo zoo o al parco, oppure invitare a casa qualche amichetto o, ancora, fare insieme un puzzle o un grande disegno. Queste sono tutte situazioni che gli insegnano che l’affetto e le emozioni sono importanti, danno gioia. I bambini imparano a comportarsi con gli altri nei contesti sociali, quindi suo figlio ha bisogno del gruppo dei pari per imparare a gestire le relazioni di scontro, per alcuni bambini è necessario un po’ più di tempo per affrontare in modo sereno e fruttuoso la vita di relazione. Può andar bene una punizione quando non si è comportato bene, per esempio gli si può togliere per un giorno la televisione. Solitamente è bene non intervenire nelle liti fra bambini, perché è così che si permette ai bambini di apprendere il modo giusto per confrontarsi e relazionarsi. Quando però ci si rende conto che potrebbe subentrare una situazione di scontro si può intervenire distraendo il bambino, invitandolo a fare altro. Dopodiché, se si riesce a bloccare il suo impulso aggressivo, immediatamente dopo è bene lodarlo: “Bravo ho visto che stavi per picchiare Filippo ma non l’hai fatto, sono proprio orgogliosa di te!”. Utilizzi le situazione di scontro dove lui ha la peggio, come esempio di quanto non piace a nessuno: “Vedi? Ti piace quando gli altri ti picchiano? No e questo non piace neanche agli altri, meglio trovare un’altra soluzione. Cosa possiamo fare quando vuoi una cosa e gli altri non te la danno? Per esempio, io aspetterei il mio turno per quel gioco, poi oltretutto è possibile che ci si diverta di più”. Spero di averle dato una mano. Con cordialità.
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