Vi scrivo perché ho un bambino, Giorgio, di 3mesi e mezzo. Va tutto abbastanza bene, cresce con allattamento esclusivo al seno e ha un ritmo sonno veglia soddisfacente, dormendo qualche ora in più di notte. Purtroppo si è ammalato spesso a causa della sorella di due anni che frequenta l’asilo nido, e gli ha già procurato 2 bronchioliti, svariati raffreddori e una leggera sindrome gastrointestinale. Ma il motivo per cui le scrivo riguarda lo sviluppo relazionale. Giorgio ad oggi fatica ad agganciare lo sguardo, non sembra avere una predisposizione naturale per guardare i visi delle persone. Solo quando è sdraiato sul fasciatoio riesce a relazionarsi, guarda me o il papà o i nonni in viso e tenta anche qualche “parolina”. Ma quando è in braccio posto “fronte mondo” o messo semiseduto sulla sdraietta non si sofferma MAI sulla persona. Ma se ha davanti a sé un oggetto/gioco che lo attira, dimostra di vederlo e di essere molto interessato. Con i visi non lo fa. Per esempio, quando la sorella di avvicina, lui non è interessato, non la guarda, sembra che sia trasparente. Inoltre, quando lo si chiama dimostra di sentire perché apre maggiormente gli occhi ma non si gira verso il lato giusto. Non prova proprio a girarsi con la testa. Io vorrei capire se devo dargli tempo di crescere ancora un po’ (dato che comunque rispetto all’inizio un pochino è migliorato: intorno ai 2 mesi compiuti era ancora assente anche sul fasciatoio) e che magari sto inconsciamente confrontando con la sorella che probabilmente era precoce. Oppure se è il caso di confrontarmi con qualche esperto: in primis lapediatra sì, ma poi? Da quale specialista posso partire? Grazie di avermi letto e se mi risponderà.
Angela Raimo
Gentile signora, sinceramente non comprendo il suo dubbio che credo nasca da un’aspettativa poco realistica rispetto al comportamento di un bambino così piccolo. Suo figlio ha solo tre mesi, non ho idea del perché si attenda un maggiore sviluppo relazionale né a cosa esattamente stia pensando. A un disturbo dello spettro autistico , forse? Se è così, sappia che i primi segnali del problema tendono a evidenziarsi non prima dei sei-otto mesi di vita, tuttavia in quest’epoca della vita ci vuole comunque estrema cautela prima di sbilanciarsi in una simile diagnosi che, sottolineo, deve necessariamente essere formulata da un neuropsichiatra infantile. Comunque sia, i segni che potrebbero far pensare al problema (ma non certo a tre mesi di vita) riguardano in particolare l’assenza di qualunque reazione alla vista della mamma, la mancanza di interazione (per esempio, il bambino non tende le braccia per essere preso), l’irritabilità marcata e un modo di piangere strano, di non facile interpretazione. Tenga presente comunque che di norma bisogna attendere almeno i 12 mesi (ma a volte anche di più) per stabilire che c’è qualcosa che non va. Detto tutto questo, poiché per mia formazione do sempre importanza alle sensazioni delle mamme, nonostante credo non vi sia ragione di preoccuparsi, le consiglio di confrontarsi con il suo pediatra durante i controlli per il bilancio di salute, affinché lui esprima il suo parere. Mi tenga aggiornata, se lo desidera.
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