Il mio bambino compirà 3 mesi la prossima settimana. Da quando è nato non ha mai avuto problemi ad addormentarsi o con me o con il papà, da qualche settimana però, inspiegabilmente, non vuole più addormentarsi con suo padre e quando è con lui è sempre un po’ nervoso. Mio marito è molto frustrato da questa situazione è a me si spezza il cuore nel vederlo così triste. Il bimbo dorme con me e con la nonna ma con il papà non ne vuole proprio sapere, strilla fino a perdere fiato. Ho provato a lasciarli soli ma non è cambiato nulla. Da cosa può dipendere questo comportamento? Cosa possiamo fare per far tornare tutto come prima?
Luisa Vaselli
Cara mamma,
dalla mail non si evince se il papà lavora tutto il giorno e quindi non è presente per la maggior parte della giornata: in questo caso potrebbero essere sentimenti di rabbia nei confronti del padre che non c’è.
Questa situazione comunque è un momento transitorio positivo (che di solito si manifesta tra i 2 ed i 3 anni), anche se mentre lo vivete difficilmente può essere concepito come tale. Perché positivo? Semplicemente perché è sintomo della crescita del piccolo. Con questo comportamento vuole dimostrare che anche lui è libero di scegliere. Dimostra di saper sviluppare relazioni speciali con le diverse persone, trasforma i sentimenti in “parole” esercita un’influenza sul proprio ambiente.
Come sopravvivere emotivamente a questa fase destabilizzante?
1. Evitare sentimenti di autocompiacimento (mamma e nonna che sono prescelte) o di commiserazione (nei confronti dell”escluso”), soprattutto di fronte al piccolo. Voi siete gli adulti.
2. Mai colpevolizzare, sia pure solo col pensiero, il bambino: lui sta esprimendo con il comportamento ciò che non può dire con le parole. Potrebbe essere rabbia nei confronti del padre per essere assente durante la giornata, gelosia nei confronti della madre.
3. Il genitore preferito non deve perdere mai l’occasione di valorizzare l’altro genitore.
4. Il genitore preferito deve imparare a uscire di scena in alcune situazioni, lasciando che sia l’altro genitore, per esempio, a uscire a passeggio con il bambino o a cambiargli il pannolini o, ancora, quando arriva il momento, a offrirgli la pappa.
5. Cercare di comprendere le cause. Da genitori avrete idee sul perché può essere arrabbiato: magari c’è stata un’occasione in cui il papà si è spazientito? Forse a volte è nervoso? E’ lui che si assume incombenze che possono essere meno gradite al bambino, per esempio prenderlo dalle braccia della mamma dopo la poppata per metterlo nella culla?
Se fosse più grandicello si potrebbe raccontare una storia per aiutarlo asuperare l’eventuale rabbia per il papà. Gliela scrivo lo stesso, potrà ricorrervi più avanti, se mai dovesse rendersi ancora necessario aiutare suo figlio a “fare la pace” con il papà..
“C’era una volta un piccolo coniglietto di nome Gigi. Tutte le sere quando andava a dormire non voleva mai essere accompagnato dal papà, ma voleva solo la mamma e la nonna. Il papà era molto dispiaciuto da questa situazione, ma sapeva che Gigi lo faceva perché era arrabbiato con lui, dato che passava tutto il giorno a lavoro.
Così un giorno decise di fare qualcosa di speciale con il suo cucciolo. Un sabato mattina si alzarono di buon ora e senza la mamma andarono allo zoo a vedere tutti gli animaletti. Gigi fu felicissimo di quella giornata passata con il suo papà. E quella stessa sera volle andare a dormire anche con lui.
Il suo papà aveva capito che quello che faceva Gigi non erano capricci ma era solo rabbia nei suoi confronti perché per lavoro era obbligato a tornare tardi la sera. Quello non fù l’unico giorno in cui passarono tanto tempo insieme. Papà coniglio e Gigi decisero che almeno una volta al mese avrebbero fatto cose da uomini! Fu così che Gigi smise di essere arrabbiato con il papà.”
Creda: con un po’ di pazienza tutto si risolverà. Mi tenga aggiornata, se le fa piacere. Un caro saluto.
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