Bimbo di tre anni che ripete le domande che gli vengono poste

Dottoressa Daniela Biatta A cura di Daniela Biatta - Dottoressa specialista in Medicina generale Pubblicato il 07/11/2023 Aggiornato il 07/11/2023

Non è detto che la cosiddetta "ecolalia" (ripetizione, con la stessa intonazione di voce, delle frasi o delle parole pronunciate da altri) sia automaticamente il segno di qualcosa che non va, tuttavia non va neppure ignorata, soprattutto se non è l'unico segnale che desta preoccupazione nei genitori.

Una domanda di: Salvo
Sono il papà di un bambino di 3 anni appena compiuti, quando gli si porge una domanda risponde ripetendo la domanda. Esempio: “Vuoi la merendina?”, la su risposta è: “Vuoi la merendina?”. Gli ripropongo: “Sì o no?” e lui risponde: “Sì o no?”, ripete alla lettera ogni domanda o richiesta. Quando non vuole qualcosa risponde così esempio: “Vuoi la pappa?” La sua risposta: “Vuoi la pappa? No” e così via. La cosa sta diventando un po’ pesante non so cosa pensare voi sapreste indicarmi qualcosa? E spero di essere stato chiaro.
Daniela Biatta
Daniela Biatta

Caro papà, il linguaggio di un bambino di tre anni appena compiuti è una scoperta continua non solo di movimento e di velocità degli organi fonoarticolatori (quindi di tutti quegli organi che servono per la pronuncia dei suoni della lingua di appartenenza), ma anche di arricchimento di parole nel suo vocabolario personale, sia in comprensione che in produzione e aggiungiamo anche le difficoltà che il nostro bambino deve affrontare per la costruzione delle frasi. Sarebbe interessante sapere se questa abitudine di ripetere la domanda la mette in atto solo con Lei o anche con altri membri della famiglia. Ecolalia, così è definita la ripetizione di una frase e/o di una parte di essa (anche solo di una parola) con la stessa intonazione con la quale viene pronunciata originariamente e senza un apparente senso. In realtà il senso alla frase il suo bambino lo conferisce quando, per riprendere l’esempio da Lei fornito,” Vuoi la pappa, no”, aggiunge il “no”. Si può ipotizzare che il bambino lo faccia per gioco, per sperimentare situazioni linguistiche via via più complesse, adesso che è nella fase iniziale di sviluppo, ma non di completo padroneggiamento del linguaggio, ed allora in questo caso dovrebbe scomparire da sola. Può anche essere una caratteristica per diversi disturbi neuropsicologici tra cui i “disturbi dello spettro autistico” che presentano all’interno di un quadro più complesso di difficoltà comunicativa verbale e non verbale anche l’ecolalia (immediata e/o differita). In questo caso sappiamo che non è la sola ecolalia a definire il disturbo ma che POTREBBE (potrebbe!) essere presente. Il quadro generale presenta anche una certa compromissione qualitativa dell’interazione sociale, della comunicazione e modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, stereotipati e ripetitivi. Non voglio allarmarla, sono madre anch’io quindi immagino la sua espressione leggendo quanto le scrivo, ma è corretto da parte mia darle una panoramica che deve però servirle per approfondire e togliersi qualsiasi dubbio e timore che ha in risposta all’atteggiamento del suo bambino. I nostri figli leggono i nostri occhi e se il suo bambino tutte le volte che risponde ripetendo, vede nei suoi occhi la sua perplessità, riceve un messaggio poco piacevole e questo non è giusto. Quindi deve innanzitutto osservarlo, e individuare bene con chi usa questa modalità di comportamento verbale e se solo alcune volte o in tutte le circostanze. Questo servirà a Lei sia per avere un quadro più preciso della situazione sia per poter descrivere con precisione il comportamento del bambino al suo pediatra ed eventualmente al neuropsichiatra infantile. Un abbraccio.

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