Sono mamma di un bambino di 2 anni. Dal mese di ottobre il bimbo ha preso 8 volte il cortisone per bocca, a causa della tosse metallica che lo affligge continuamente. Prima del cortisone per bocca, il pediatra mi consiglia sempre 3/4 gocce di aerosol con fisiologica e cortisonico, che puntualmente non funziona. Dopo una o due notti in bianco passate a tossire incessantemente si comincia il cortisone per bocca. Ha fatto anche 3 mesi di puff (fluspiral), per prevenire il fischio, ma il suo problema è la tosse metallica, che inizia appena ha un pochino di raffreddore e va via del tutto dopo settimane. Il muco non è mai verde o giallo, solo trasparente e mai abbondante. Da ottobre, le notti senza tosse si contano sulle dita di una mano, a gennaio le prove allergiche sono risultate negative. A febbraio visita dall’otorino che ha escluso reflusso e altre patologie. Adesso ha di nuovo la tosse, sto cercando di non dare di nuovo il cortisone (preso 3 settimane fa) ma non so come uscirne, non funziona niente, la tosse non diventa mai del tutto grassa e poi sparisce. Chiedo aiuto ai pediatri, ma prescrivono aerosol, cortisone e puff e basta. Io non ce la faccio più. Grazie.
Giorgio Longo
Cara signora, che il cortisone per bocca, o in aerosol, come pure l’inalazione preventiva di Fluticasone non siano serviti non mi sorprende affatto. Sono trattamenti utili nell’asma bronchiale, ma l’asma non si caratterizza per la tosse come sintomo principale e tanto meno con una tosse secca, insistente, che non fa dormire. Tanto meno avrei pensato a un reflusso, o a una allergia. La prima ipotesi che faccio è che si tratti di una tosse da ipersensibilità dei recettori, definita dalla nostra scuola triestina con l’acronimo SIRT: Sindrome da Ipersensibilità dei Recettori della Tosse. Le caratteristiche cliniche che non mancano mai (e non devono mancare mai per una diagnosi di certezza) in questa raro, ma non rarissimo fenotipo di tosse del bambino sono: l’inizio tra i 2 e i 4 anni di età; tosse secca, “terribile”, con timbro tracheale, auto-amplificante (“la tosse che fa tosse”); con inesorabile ricorrenza a ogni raffreddore; sempre eguale, “sempre al massimo”, e che nessuna terapia riesce a calmare. Però la tosse da SIRT deve essere anche di breve durata, nel senso che le notti che davvero “non fa dormire” sono 2-4, non di più; poi può seguire qualche giorno di tosse con un po’ di catarro e il bambino sta di nuovo bene, magari per pochi giorni, ma senza più la tosse. Va da sé che questi episodi ricorrono frequenti nella stagione fredda e cessano completamente d’estate, con la fine dei “raffreddori”. Veda quindi se queste caratteristiche le ritrova anche nella tosse di suo figlio e comunque veda di suggerire questa mia ipotesi diagnostica al suo pediatra, ricordandogli anche che per escludere altre più importanti cause di tosse ho valorizzato molto il fatto che lei abbia scritto che: “il muco non è mai verde o giallo, solo trasparente e mai abbondante”, ma anche che: “non funziona niente, la tosse non diventa mai del tutto grassa e poi sparisce”. Detto questo, è importante che sappia che la SIRT, malgrado metta a dura prova bambino e famiglia, non è una vera malattia, ma solo un fenomeno di regolazione del normale riflesso della tosse indotto (capita anche agli adulti) dalle stesse infezioni virali respiratorie Questo per dire anche che non deve preoccuparsi anche perché la tosse è il meccanismo principale di difesa dell’albero respiratorio e chi più tossisce più bravo è a pulire i suoi bronchi: di fatto succede che chi ha la SIRT è più forte, non più debole degli altri bambini. Oltre a questo deve sapere che l’evoluzione della tosse da SIRT è sempre buona, con risoluzione completa nell’età della scuola. Infine per le notti che “non si dorme” se ne faccia una ragione perché, di fatto, nella SIRT nessuna terapia risulta realmente efficace e, alla fine, i vecchi consigli della nonna, come dormire con due cuscini, arieggiare bene la camera e il latte caldo con il miele, sono le uniche cose che conviene fare. Ma specialmente armarsi di tanta pazienza sapendo che al bambino nulla di grave può succedere né in fase acuta, né un domani. Cari saluti.
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