Mio figlio di 9 mesi fino alla settimana scorsa dormiva nel nostro letto (per scelta e comodità personale visto che lo allatto al seno), ma ero stremata perché mi usava tutta la notte come ciuccio e poco per alimentarsi davvero. Quindi decidiamo di farlo dormire nella culla accanto al letto per cercare di porre fine o almeno limitare questa situazione di notte. Dopo una prima notte tra urla e pianti disperati, le successive sembrano andare un po’ meglio ma i risvegli notturni continuano ad essere 4/5 e noi non sappiamo che fare perché non troviamo almeno un modo veloce per farlo riaddormentare e non capiamo se e quando potrebbe avere la necessità di essere allattato durante la notte.
Roberta Levi
Cara signora, innanzitutto deve armarsi di tanta pazienza: se il suo bambino ha dormito per 9 mesi di fianco alla mamma, attaccandosi al seno a richiesta, non ci si può aspettare (né si può sperare) che gli ci vogliano pochi giorni a imparare a dormire da solo. Questo obiettivo richiederà tempo e potrà essere raggiunto solo a poco a poco. Tenga presente che la situazione è complicata dal fatto che proprio intorno agli 8-9 mesi compare la cosiddetta “ansia da separazione “, un sentimento angoscioso che nasce dalla nuova consapevolezza di non essere un tutt’uno con la mamma che li induce a comprenderne l’assenza, quando non è proprio vicina. Di fatto, anche i bambini che dormivano tutta la notte a volte iniziano a svegliarsi e a piangere reclamando la presenza della mamma. L’ansia da separazione, che interessa di certo anche suo figlio potrebbe rallentare parecchio il passaggio a dormire da solo e a non svegliarsi più volte di notte. Esistono degli accorgimenti come lettini/culle non troppo grandi, riduttori che facciano sentire il bambino protetto e accolto, così come spesso funziona sostituire il seno con la rassicurazione a voce (parole sussurrate o ninna nanne): ogni mamma sa trovare la sua “formula giusta“ in base al suo carattere, alle sue abitudini e alla sua esperienza. In altre parole, anche lei dovrà scoprire in quale modo rassicurare il suo babino fino a indurlo a comprendere che la mamma c’è anche se non può sentirne la vicinanza fisica. Per quanto riguarda le poppate notturne, di solito non vengano reclamate per reale bisogno di nutrirsi, come invece accade in genere prima dello svezzamento. Con l’introduzione dei cibi solidi, i pasti dovrebbero essere circa 4/5 al giorno, distribuiti dalla mattina fino all’ora di cena incluso. Ma poniamo che il risveglio notturno di suo figlio sia risolvibile solo offrendogli il seno, in quanto è determinato davvero dalla fame, mi sento di dire che una poppata prima di dormire dovrebbe essere sufficiente fino al mattino. Molti bambini necessitano pero’ di un’ulteriore poppata notturna (a 9 mesi non di più): diciamo che tale abitudine può essere mantenuta fino all’anno di vita circa, dopodiché diventa poco corretta e, soprattutto, sempre più difficile da eliminare. Infine, se i risvegli continuano, può essere valutata con il proprio pediatra una eventuale riduzione del latte materno a favore dell’introduzione del latte in formula. Prima di arrivare a questo, provi comunque a gestire i risvegli abbracciando e consolando il bambino con la voce, ripeto senza aspettarsi che tutto si risolva in breve. Con cordialità.
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