Bimbo di 5 anni che ripete le frasi che gli vengono dette: è ecolalia?

Dott. Leonardo Zoccante A cura di Leonardo Zoccante - Dottore specialista in Psichiatria Pubblicato il 30/08/2022 Aggiornato il 30/08/2022

I bambini che hanno avuto un ritardo nell'acquisizione del linguaggio è facile che tendano a ripetere le frasi che vengono rivolte loro. Si tratta di un modo per esprimere l'emozione che provano nel particolare momento, stupore o disappunto, a seconda della circostanza.

Una domanda di: Una mamma
Ho un bambino che tra un mese farà 5 anni. Socievole. Appena passa qualcuno lo saluta. Parla sempre. Solo che fa logopedia perché ha avuto ritardo linguaggio ormai gli mancano gli ultimi suoni e parla quasi bene. Il problema è che da un mese da quando parla meglio ripete spesso. Esempio mi chiede: posso uscire di sotto a giocare con Andrea? Io rispondo: “No sta mangiando coi suoi genitori”. Lui subito controbatte con la stessa frase ma a forma di domanda: “sta mangiando coi suoi genitori?!”. Oppure, magari gli dico: “Vieni a pranzo. Lui controbatte: “Vieni a pranzo? Ma come?”. Usa spesso il “come”. È normale a questa età o si tratta di ecolalia patologica? Mi sembra che stia sulle nuvole ultimamente. Poi ha iniziato ad avere paura dei mostri: se c’è buio in casa corre, si guarda indietro. Grazie mille, spero in una vostra risposta.
Leonardo Zoccante
Leonardo Zoccante

Gentile signora, rispondo con piacere alla sua domanda, che riguarda una manifestazione davvero comune in bambini dell’età di suo figlio con un precedente ritardo nell’acquisizione delle tappe linguistiche. Quanto Lei descrive nella vita quotidiana del suo bambino potrebbe derivare dall’entusiasmo di parlare e intrattenere relazioni sociali osservabile in soggetti che, da più piccoli, presentavano difficoltà nella comunicazione verbale. Questa modalità di ripetere continuamente domande, benché siano già state ottenute risposte in merito, è piuttosto tipica e viene di gran lunga osservata anche in sedute di logopedia pediatrica. Negli esempi che ha riportato, in cui suo figlio riprende quanto gli è appena stato detto e lo ripropone in forma di domanda, si esclude la ecolalia. Si tratta, infatti, di domande retoriche che esprimono, a seconda dei diversi contesti, emozioni di meraviglia o disappunto. Qualora a queste domande segua poi il “Come?!”, questo si associa solitamente a una richiesta del bambino di ricevere più dettagli riguardo a temi che gli stanno particolarmente a cuore, ad esempio giocare con l’amico Andrea. Il mio consiglio è quello di proseguire con la logopedia ancora per un certo periodo, in modo tale che il bambino possa ampliare e consolidare i risultati raggiunti. Questo gli conferirà maggiore sicurezza in se stesso e potrebbe permettergli di superare precedenti difficoltà che ha vissuto proprio a causa del deficit nella comunicazione. Sarà necessario un eventuale approfondimento neuropsichiatrico solo qualora non si riuscissero a raggiungere buone prestazioni sul piano del linguaggio. Per quanto riguarda l’insorgenza delle paure, è molto comune in bambini di questa età avere fobie per il buio o iniziare a immaginare mostri o altri personaggi dei film. In base alla mia esperienza, consiglio a voi genitori di tenere monitorata l’entità di queste fobie riferendo poi in merito al vostro pediatra di libera scelta. Nel caso in cui le paure determinino disturbi del sonno con difficoltà ad addormentarsi, viene solitamente consigliata un’integrazione nutrizionale con Triptofano, amminoacido avente un ruolo regolatore sul bioritmo sonno-veglia. In conclusione, sarà importante tenere conto del particolare bisogno di comunicazione di suo figlio, quando avverrà il suo primo inserimento scolastico. Le suggerisco pertanto di tenere monitorato il bambino, soprattutto tra un anno, così da notare se questi fenomeni verbali che mi ha descritto dovessero arricchirsi di nuovi elementi clinici durante la prima età scolare. Le mando un cordiale saluto.

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