Il mio bambino di 5 anni a volte ha un comportamento che mi preoccupa: nei
momenti di felicità o di emozione (per esempio quando riesce a completare un
gioco da solo oppure quando ci racconta delle storie inventate da lui che
hanno un bel finale oppure ancora quando riceve i complimenti per aver
finito il piatto di minestra) cammina per alcuni metri piegando in avanti il
busto e agitando le braccia. Se invece si trova seduto o sdraiato, e quindi
è impossibilitato a muoversi, solleva le braccia e sfarfalla le dita. Questi
movimenti durano pochi secondi, ma giornalmente vengono eseguiti molte
volte.
Aggiungo per completezza che gli sfarfallamenti delle mani erano presenti
anche quando il bambino era più piccolo, ma ovviamente più cresce e più
diventano evidenti.
Abbiamo iniziato un percorso con la neuropsicomotricista da qualche mese, ma
la situazione non migliora.
L’analisi logopedica e cognitiva eseguita dalla specialista risulta nella
media.
Gli unici punti di interesse rilevati sono stati la discontinuità del sonno
notturno (non sempre, ma una o due notti a settimana) e la poca propensione
all’attività motoria.
La nostra preoccupazione è che l’anno prossimo a scuola venga preso in giro
o escluso per questo problema.
Secondo la sua esperienza questi movimenti possono essere limitati o magari
sparire con il tempo grazie al lavoro di neuro-psicomotricità?
E, inoltre, è consigliabile orientare il bambino a svolgere qualche sport
per migliorare il lato motorio o è meglio concentrarsi esclusivamente su
questo percorso?
Grazie infinite.
Leonardo Zoccante
Gentile signora,
con piacere rispondo a questo suo interessante quesito che solleva una tematica davvero di comune riscontro in bambini che hanno l’età di suo figlio. Quanto ha descritto nella vita quotidiana di quest’ultimo sembrerebbe riconducibile a “manierismi motori”, comunemente osservati in bambini sensibili e caratterizzati da un certo trasporto emotivo. Questa modalità di piegare il busto in avanti e agitare le braccia viene adottata per esprimere, a seconda dei diversi contesti, allegria oppure disappunto. Qualora queste caratteristiche si evidenzino in bambini con uno sviluppo regolare per quanto riguarda le tappe evolutive, potrebbero essere ascrivibili a un disturbo semplice e transitorio dell’età evolutiva. Se, invece, i manierismi si dovessero associare ad altre anomalie dello sviluppo quali disturbi della comunicazione o della socializzazione, risulta importante eseguire una valutazione più approfondita di natura neuropsichiatrica e logopedica. Se tali valutazioni riscontrassero un quadro in norma, allora si tornerebbe a parlare di forme di manierismi semplici e transitori. Dalla mia esperienza clinica è comunque possibile tenere sotto controllo l’entità di questi movimenti utilizzando integratori alimentari a base di Magnesio, in particolar modo se in forma bisglicinata o pidolata che ne aumentano la biodisponibilità.
In caso di un disturbo del sonno con difficoltà a permanere addormentato, come nel caso di suo figlio, tendo inoltre a consigliare l’integrazione con Triptofano, amminoacido noto per avere una funzione regolatoria sul bioritmo sonno–veglia.
Ritengo che la scelta di inserire il bambino in un percorso di psicomotricità sia stata decisiva e risulterebbe certamente utile intraprendere anche un percorso di avviamento allo sport. Sarà particolarmente importante tenere conto del suo particolare bisogno di movimento in concomitanza del primo inserimento scolastico e gli sport che consiglio in questi casi sono, in genere, quelli che prevedono il coinvolgimento armonico dei diversi distretti corporei con un lavoro muscolare di tipo aerobico, come avviene ad esempio nel nuoto o nella ginnastica artistica.
In conclusione, il mio suggerimento è di tenere monitorato nel tempo il bambino così da notare se la sintomatologia che mi ha descritto dovesse arricchirsi durante lo sviluppo di nuovi elementi clinici, che potrebbero richiedere ulteriori approfondimenti mediante le valutazioni sopra indicate.
La saluto cordialmente e ringrazio per avermi posto questa gradita domanda.
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