Bimbo di 4 anni che cerca di picchiare la mamma: che fare?

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Psichiatria Pubblicato il 05/08/2024 Aggiornato il 14/08/2024

I bambini cercano di picchiare quando non trovano altro modo per esprimere i loro sentimenti di rabbia e frustrazione: è opportuno dunque riflettere sui gesti aggressivo per poi trovare la via giusta per eliminare la ragione per la quale vengono compiuti.

Una domanda di: Roberta
Ciao io sono disperata. Ho il mio bambino di quattro anni che come lo riprendo vuole alzare le mani verso di me. Fino all’anno scorso sbatteva la testa ora per fortuna quel vizio se lo è levato. Non so come fare. Volevo sapere ma la fase delle mani quando passerà?
Angela Raimo
Angela Raimo

Cara mamma, prima di tutto voglio dirle che non esiste obbligatoriamente una “fase delle mani”, cioè il gesto di picchiare i genitori non è un passaggio naturale, caratteristico di tutti i bambini. Mi viene il dubbio che anche voi genitori lo usiate con vostro figlio, anche solo simbolicamente, cioè dicendo, per esempio, “Guarda che te le suono” o anche solo compiendo l’atto simbolico di dargli uno sculaccione. Se così fosse, è senza dubbio necessario non farlo più e trovare modi alternativi di indurlo a rispettare le piccole regole che è giusto lui osservi. Se invece né lei né il papà vi mostrate, per così dire, maneschi dobbiamo pensare che questo bambino venga comunque rimproverato troppo spesso e che la sua reazione sia legata a rabbia e senso di frustrazione che non sa esprimere altrimenti perché a quattro anni non dispone di una ricchezza di linguaggio che gli permetta di farlo. Il mio consiglio è di cambiare atteggiamento con questo bambino: dovreste imporgli solo pochissime regole giuste, che riguardano in particolare la sua incolumità, attendendovi con modi gentili che le rispetti. Credo anche che dovreste iniziare a sgridarlo un po’ meno e solo se strettamente necessario. Quando alza le mani verso di lei, si accucci alla sua altezza e gliele prenda con dolce fermezza dicendogli: “Capisco che tu sia arrabbiato, ma questo non si fa”. Poi cerchi subito di distrarlo con un gioco, con una canzoncina, richiamando la sua attenzione sulle figure di un libro o su un uccellino che sta passando in quel momento. Educare un bambino richiede pazienza e impegno (per non dire fatica!) chi sostiene che tutto sia semplice e naturale non dice tutta la verità…Lei mi racconta che suo figlio ha perso il “vizio” si sbattere la testa: ma questo gesto non è un vizio! Rappresenta una modalità di comunicazione ben precisa che rivela sensazioni di disagio impossibili da esprimere diversamente e su cui la invito a riflettere. Si definisce “disperata” e questo termine mi fa capire che le manca il controllo sul bambino, non sa in che modo gestirlo, lo sta vivendo con lo stesso animo con cui si affronta una circostanza che si teme. Provi invece ad avere una maggiore fiducia in sé stessa come mamma, sia più determinata ma anche più affettuosa, abbracci suo figlio di più e lo sgridi di meno, gli dedichi più tempo giocando con lui, leggendogli una storia, uscendo insieme a passeggio nel verde e piano piano questo bambino si rasserenerà e lo stesso accadrà a lei. Mi scriva ancora, se lo desidera. Cari saluti.

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