Salve dottore, sono una mamma disperata. Ho un figlio di quasi 3 anni che rifiuta categoricamente ogni cosa che gli propongo, mangia solo pasta piccola con omogenizzati e non vuole saperne di lasciarla. Da quando è partito lo svezzamento ho sempre proposto cibi diversi con formati di pasta differenti ma lui ha rifiutato sempre tutto sin da piccolissimo, ne parlai con la sua pediatra ma mi disse di lasciarlo completamente a digiuno e che il bambino prima o poi avrebbe ceduto, ma io sinceramente non so se è l’esperienza del primo figlio, ho avuto paura e non sono riuscita a lasciarlo digiuno, alla fine ho ceduto io pur di vederlo mangiare. Ad oggi sono quasi 3 anni ma nonostante i miei continui tentativi lui non ne vuole sapere, come assaggia un formato di pasta più grande si affoga, si spaventa e alla fine mi dice ho paura è non vuole mangiare. La cosa che mi fa più rabbia è che lui sa masticare perché il tarallo lo mangia tranquillamente come ad esempio il biscotto e il pane, ma quando si tratta di pranzare o cenare con un formato di pasta nuova o con qualcosa che non sia l’omogenizzato lui si ostina e non ne vuole sapere, piuttosto rimane digiuno ma il piatto lo lascia per intero. Gli ho spiegato che ormai è diventato grande e che dobbiamo mangiare le cose che mangiano i grandi ma niente non ne vuole sapere…. Secondo lei che metodo devo utilizzare per far sì che lui mangi? Non vorrei essere troppo drastica ma allo stesso tempo vorrei farlo schiodare da questi vasetti pronti, protrerebbe darmi dei consigli? Grazie in anticipo.
Leo Venturelli
Gentile signora, il consiglio che mi permetto di darle è quello di abbandonare la pasta piccola con omogenizzati per scegliere piatti con cibi divisi e presentati anche sullo stesso piatto, lasciando al bambino la scelta di prendere con la forchetta e il cucchiaio ma anche con le mani il cibo contenuto. I sapori diversi dovrebbero essere uno sprone agli assaggi, e non importa se dovesse sputare quello che non gli piace. Il pasto del bambino dovrebbe avvenire in contemporanea al vostro pasto in modo che per imitazione il bambino impari da voi a fare le stesse manovre e pazienza se qualche cibo va di traverso o non è gradito. Il passaggio attraverso la pasta non è obbligatorio, se comunque suo figlio mangia altre cose dal piatto (patate, verdure appena cotte, pesce, carne, formaggi) sempre conditi con olio extravergine di oliva. Merende o colazioni con latte o yogurt con frutta dovrebbero completare la sua alimentazione. Altro fatto utile che spesso sblocca questo tipo di bambini è il frequentare la scuola d’infanzia, dove le modalità comunitarie dei pasti sono spesso la risoluzione ai problemi che lei ha esposto: l’emulazione funziona quasi sempre, infatti. Con cordialità. Se la situazione non cambia nel giro di un mese o due, utile avere da parte sua un colloquio con un consulente di psicologia per affrontare il tema sotto il profilo del rifiuto o delle difficoltà alimentari.
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