Salve, scrivo perché sono preoccupata per mio figlio che mangia poco e vuol mangiare sempre le stesse cose, ovvero, yogurt a colazione, pasta in bianco a pranzo e a cena (con carne, con uovo, con burro, con olio e parmigiano, raramente con patate), gallette di riso e omogeneizzato di frutta a merenda. Prima di marzo (mese in cui ha compiuto due anni e ha cominciato l’asilo) mangiava più o meno tutto, anche riso, orzo, farro, pesce, frutta fresca, verdure, cotti, crudi, macinati e a pezzetti. Io continuo a proporgli cibi diversi, anche perché io ho una alimentazione varia, ma non vuole provare, preferisce non mangiare nulla piuttosto che assaggiare quello che non vuole. Ha qualche consiglio da darmi per cercare di risolvere questa situazione? Il bambino ha due anni e mezzo, è alto 90 centimetri e pesa 11 chili.
Rosa Lenoci
Cara Simona, la prima cosa da fare è escludere con il pediatra una
qualsiasi patologia che qualche volta si nasconde dietro un tale
comportamento (per esempio problemi di tipo oro-masticatori).
Una volta escluso questo e stabilito che comunque la crescita del bambino sta avvenendo in modo costante e non sta subendo un arresto toccherà a lei, se ritiene anche con l’aiuto di un
nutrizionista, adoperarsi sulle cose da fare e quelle da non fare. Si
accerti che non ci siano troppi fuori pasto responsabili della situazione quindi prepari certamente i pasti per il suo piccolo con cura, senza tuttavia nutrire troppe aspettative sull’accoglienza che verrà a essi riservata. Nel momento in cui gli propone i vari piatti si mostri serena, non faccia trasparire che è in ansia, che ha paura che lui non mangi perché la situazione potrebbe peggiorare.
Il pasto deve essere un momento conviviale, un momento piacevole e la mamma deve dare il buon esempio in tal senso.
Cerchi di non drammatizzare e si sforzi di essere paziente: mai punire
o minacciare il bambino dopo un rifiuto e non proponga mai
un’alternativa che, invece, può essere offerta da subito, consentendo al
bimbo stesso di scegliere.
Proponga cibi di diversa consistenza e diverso sapore, magari in
compagnia di un piccolo ospite che possa “incoraggiarlo”: a volte la soluzione arriva proprio dall’avere a pranzo un amichetto. I bambini amano il gioco e anche il pasto deve essere un momento ludico, nel senso che deve essere un momento di piacere. Con cordialità.
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