Bimbi dimenticati in auto: si possono prevedere queste terribili amnesie?

Dottoressa Angela Raimo A cura di Angela Raimo - Dottoressa specialista in Neurologia Pubblicato il 20/07/2024 Aggiornato il 20/07/2024

Le amnesie occasionali, a causa delle quali è possibile che anche il genitore più amorevole dimentichi un figlio piccolo in auto, sono imprevedibili e improvvise, sono una sorta di blackout della memoria che allontana temporaneamente dalla realtà. Si conoscono, però, sia i fattori che potrebbero favorirle sia le regole per prevenire la tragedia che ne potrebbe conseguire.

Una domanda di: Maria Giulia
Un’altra bimba dimenticata in auto è stata uccisa dal caldo. Aveva 18 mesi. È già la seconda volta che succede dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di mettere nelle auto sistemi anti-abbandono che suonano se si esce dall’auto lasciando un bambino all’interno. Sono ossessionata da quello che è accaduto: la nostra mente è così inaffidabile? Mi domando se potrebbe succedere anche a me e non giudico questo padre, come non ho mai giudicato gli altri genitori a cui è successa una simile tragedia. Può spiegarmi com’è possibile dimenticare un figlio nell’abitacolo rovente di un’auto? Ci si può rendere conto di essere a rischio di fare lo stesso? Cosa possiamo fare noi genitori perché non ci succeda mai una cosa del genere? Grazie se vorrà rispondermi.
Angela Raimo
Angela Raimo

Gentile mamma,
per risponderle devo fare una piccola digressione sulla memoria, la funzione del cervello che ci assicura la nostra identità ed è l’archivio dei ricordi. Ogni ricordo viene catalogato in base a vari codici (per esempio, il codice della temporalità che fa rammentare “quando” un avvenimento è accaduto, oppure dell’emozionalità, che restituisce quello che si è provato mentre si viveva una certa esperienza). La memoria è dunque la capacità di immagazzinare informazioni di ogni genere, recuperandole quando per qualunque ragione serve. Può essere suddivisa in memoria a lungo termine e memoria a breve termine. Nella prima sono contenute tutte le informazioni utili per lavorare, relazionarsi con gli altri, mandare avanti il proprio quotidiano. I dati vengono conservati in essa per periodi lunghissimi o, addirittura, per tutta la vita. La memoria a breve termine è invece molto limitata ed è un magazzino che viene usato per trattenere per poco tempo informazioni di secondaria importanza, che come tali possono essere dimenticate. La ripetitività di un’azione è uno dei fattori che consente il passaggio delle informazioni dalla memoria breve a quella lunga. Per la trascrizione nella memoria lunga c’è anche necessità di un rinforzo. Un esempio di rinforzo è il dolore: se si tocca distrattamente un utensile argentato si tenderà a dimenticare di averlo fatto, mentre se si tocca un oggetto appuntito di uguale materiale e colore con cui ci si ferisce ci si ricorderà dell’accaduto. La zona del cervello che media il trasferimento dei ricordi dall’una all’altra memoria è il sistema limbico. La zona che presiede la “banca dati” del cervello è la corteccia, il cui compito è di ordinare, interpretare, elaborare e utilizzare all’occorrenza i dati immagazzinati. Quello che è successo a questo papà e prima di lui ad altri genitori è un fenomeno chiamato “amnesia occasionale”: non è una patologia mentale in senso stretto, ma piuttosto può essere definita un temporaneo mancato funzionamento del cervello, una sorta di blackout durante il quale la persona viene trasportata in una dimensione diversa da quella reale, quasi si trovasse in una condizione di ipnosi. Le amnesie possono essere definite come un inganno della mente, un buco nero che si crea nella memoria a causa di un’improvvisa e temporanea inefficienza del cervello. Ed è per questo che prima dell’obbligo di utilizzare i sistemi antiabbandono la legge si è dimostrata tollerante nei confronti dei genitori che avevano dimenticato i figli in auto causandone indirettamente la morte dovuta all’alta temperatura. Ora però, probabilmente dal punto di vista giudiziario le cose sono un po’ cambiate, perché esiste una legge che impone di adottare sistemi dall’allarme antiabbandono (sono obbligatori fino ai 4 anni del bambino). Lei chiede se ci sono dei campanelli d’allarme che possono far prevedere l’improvviso manifestarsi di un’amnesia come quella che ha colpito questo papà e tutti gli altri genitori. Non penso si possa parlare di avvisaglie, perché l’amnesia può essere improvvisa, imprevedibile e non preceduta da alcun sintomo premonitore. Sono però noti i fattori favorenti: una febbre alta avuta di recente (o in atto), la mancanza di sonno, l’accumulo di stress, le troppe responsabilità e preoccupazioni. In casi più rari, ma che è corretto ipotizzare, le amnesie che mettono a repentaglio la propria salute e quella dei bambini prole di cui ci si sta prendendo cura potrebbero insorgere come segnale di una grave malattia del cervello, come un tumore. I consigli che posso dare affinché simili situazioni drammatiche si possano prevenire riguardano innanzi tutto questioni di ordine puramente pratico: dotarsi di sistemi antiabbandono in auto (come del resto impone la legge) e accertarsi ogni mattina con una breve telefonata o anche solo un messaggio che il coniuge che ha accompagnato al nido o alla scuola materna il bambino lo abbia effettivamente fatto. Gli altri suggerimenti riguardano il modo di vivere: concedersi un sufficiente riposo notturno, non fare troppe cose insieme, delegare il più possibile ad altri i compiti che non occorre svolgere in prima persona, obbligare se stessi a concentrarsi su quello che si sta facendo, fossero anche gesti semplici, come appoggiare le chiavi o il telefonino (che diversamente spessissimo non ci si ricorda dove sono stati messi). Quando ci si sente mentalmente stanchi staccare la spina e concedersi almeno qualche ora di riposo extra. Infine tenere sempre a mente che eventualità del genere possono accadere: questo serve ad attivare el proprio cervello una sorta di sistema di allerta che suggerisce di controllare sempre l’interno dell’abitacolo prima di allontanarsi dall’automobile. L’argomento è stato trattato anche qui:
https://www.bimbisaniebelli.it/bambino/sindrome-del-bambino-dimenticato-cose-e-come-prevenire-tragico-epilogo-10909

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