Bimba di 6 anni che mangia poco e cresce di conseguenza

Professor Gianni Bona A cura di Gianni Bona - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 03/08/2023 Aggiornato il 14/08/2023

Se la crescita in statura è nei limiti desiderabili, non bisogna preoccuparsi più di tanto se una bimba è magrolina perché il suo peso modesto potrebbe essere una caratteristica costituzionale. Guai invece a forzarla a mangiare con lusinghe e piccoli ricatti: il rischio è che sviluppi un'avversione eterna verso l'ora dei pasti.

Una domanda di: Manuela
Salve, ho una bimba di 6 anni, la mia bimba già dai primi giorni di vita non metteva mai i grammi che la pediatra indicava. Ho visto da subito un ritardo di crescita. A gennaio 2024 compirà 7 anni, pesa 16.500 grammi ed è alta 1.05. Non mangia moltissimo, io la spingo con giochi e a volte ahimè piccoli ricatti. Sono disperata. Dopo tanti tentativi, ho finalmente fatto ragionare il pediatra e mi ha prescritto gli esami che chiedevo. Con mia sorpresa, l’emocromo è perfetto. Emoglobina a 12.5 ferro e ferritina nella norma, ho trovato come valore “non a norma” la vitamina D, la quale è carente. Gli esami della tiroide li abbiamo ripetuti 3 volte. La prima volta ft3 alto il resto nella norma, la seconda volta ft3 tornato nella norma, ma evidenziava un aumento dell’autoimmunità HTPO il resto ok. Nelle ultime analisi invece tutto è tornato nei ranch “normali”. Il tutto fatto allo stesso laboratorio. Le ho fatto fare anche gli esami per la celiachia, poiché abbiamo svariati casi in famiglia. Risultati negativi. IGA completamente negativi, IGG invece la prima volta segnalati con asterisco a 50. Li abbiamo ripetuti dopo 5 mesi, nuovamente IGA negative e IGG a 58. Quello che chiedo è la mia bimba ha una sensibilità al glutine oppure le IGG si stanno alzando progressivamente per poi arrivare alla positività assoluta? Ah dimenticavo, abbiamo fatto RX al polso e risulta solo 2 mesi indietro, fatto esame del sangue della crescita e ormoni e sono nella norma. Vorrebbero mettermi in lista per fare esame del dosaggio dell’ormone della crescita, ma prima di fare questo passo, vorrei escludere la mancanza di crescita per celiachia. Scusate il papiro, ma volevo spiegare bene. Aspetto una risposta e intanto vi ringrazio anticipatamente.
Gianni Bona
Gianni Bona

Cara signora, di tutta la sua lunga email mi ha molto colpito una sua frase “…ho finalmente fatto ragionare il pediatra che mi ha prescritto gli esami che chiedevo”. Sono certo che il suo pediatra non le abbia prescritto questi esami perché lei lo ha fatto ragionare (creda, i pediatri sono in grado di ragionare in autonomia) ma solo in quanto non c’era altro modo di tranquillizzarla, come dimostra il fatto che da queste analisi non è emerso nulla di significativo e di sicuro lui lo prevedeva. Tra i compiti dei pediatri c’è anche quello di evitare esami inutili, specialmente se invasivi come quelli che impongono un prelievo di sangue. Per quanto riguarda la carenza di vitamina D, guardi che è di comunissimo riscontro in bambini perfettamente sani tant’è che attualmente la comunità scientifica pediatrica sta rivedendo i “limiti desiderabili” , perché probabilmente quelli fissati oggi sono troppo alti. Mi spiego meglio: poiché nella popolazione infantile sana spesso vengono rilevati valori della vitamina D inferiori a quelli stabiliti come “normali” (ma è più corretto dire “desiderabili”) si sta valutando l’opportunità di abbassare questi limiti. Per quanto riguarda il suo sospetto di celiachia guardi che in sua presenza è la crescita in statura a essere compromessa (non l’aumento di peso) e la sua bambina ha un’altezza che nond esta preoccupazione, visto che è al d sopra del 3° percentile. Il peso modesto di sua figlia potrebbe benissimo essere una caratteristica costituzionale e non un sintomo di malattia. Lo stesso vale per la quantità di cibo che inghiotte e che potrebbe essere esattamente quella di cui ha bisogno per raggiungere il prorpio obiettivo di crescita. Lei scrive che è disperata, ma non mi è chiaro per che cosa: evidentemente omette qualche dato rispetto alla condizione di salute generale di questa bambina. Cresce in misura modesta, è vero, ma nell’insieme è vivace, reattiva, dorme sonni tranquilli oppure (ed è per questo che lei è disperata) è abbattuta, sonnolenta, senza energie? Non credo, visto che non mi riferisce sintomi del genere. Lei racconta di ricattarla affinché mangi di più e addirittura di cercare di distrarla per farle inghiottire più cibo con dei giochi, modalità sconsigliata da tutte le autorità sanitarie nazionali e internazionali, inclusa l’OMS, anche con i piccolissimi durante lo svezzamento, figuriamoci con una bambina di sei anni. Penso che l’ora dei pasti sia per voi una specie di incubo: per lei che non vede la bambina mangiare secondo quanto vorrebbe, per sua figlia che giorno dopo giorno è costretta a inghiottire più alimenti di quanti ne vorrebbe (e probabilmente in quantità superiori al fabbisogno). Il nodo dolente è che promuovere un simile rapporto con il cibo non può che supportare l’avversione della bambina per l’ora dei pasti. Mangiare è e deve essere un piacere che alla sua bambina viene precluso. Il mio consiglio è di cominciare a fidarsi e ad affidarsi al suo pediatra curante, senza volersi sostituire a lui, a meno che non sia lei stessa un pediatra e quindi lo possa fare con cognizione di causa. Se non ci riesce perché il suo pediatra non le sembra attendibile, le suggerisco di cambiarlo per sostituirlo con una figura che lei ritenga capace di prendersi cura in maniera adeguata della salute di sua figlia. Infine, anche se personalmente non eseguirei subito altri accertamenti per la celiachia, credo che sia meglio che lei parli di questo con il suo pediatra, gli chieda che ne pensa e se ritiene opportuno indagare ancora, ma poi cerchi di dare ascolto all’opinione che esprime anche se è diversa dalla sua. Cordialmente.

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