Salve! Vorrei porre una domanda in merito ai sorrisi dei neonati. La mia bimba ha iniziato a fare i primi sorrisi intenzionali verso i due mesi. Anche ora, che ha 4 mesi e mezzo, dobbiamo però impegnarci per farla sorridere, non è cioè una bambina che sorride facilmente. Mi spiego meglio: alla mattina appena si sveglia ci fa quasi sempre dei gran sorrisoni come a darci il buongiorno; agli estranei spesso qualche sorriso lo fa se loro la guardano e le sorridono; sorride abbastanza quando è sul fasciatoio; poi fa qualche sorriso qua e là durante la giornata. Poi c’è da dire che va molto a giornate, ieri ad esempio ha sorriso molto durante tutto l’arco della giornata, oggi invece è abbastanza seria. Abbiamo inoltre notato che paradossalmente è più facile che sorrida ad un estraneo che a noi genitori, probabilmente perché l’estraneo è una “novità”. È una bambina che ama molto stare con le persone, ama uscire, ama molto stare in braccio e non vuole mai essere messa in disparte. Due giorni fa siamo andati a cena da amici e poi sono arrivate altre persone. Eravamo partiti da casa che la bimba era abbastanza seria, poi quando siamo arrivati a casa di questi amici ed ha preso confidenza con l’ambiente ha iniziato a sorridere molto e a vocalizzare (come a voler parlare con i presenti), fino al punto che ha fatto delle vere e proprie risate (con il sonoro) se mi mettevo a fare facce buffe, ed è andata avanti tutta la sera. Era la prima volta che rideva così, però in questi giorni non lo ha più fatto. Per il resto ha già imparato a rotolare da pancia in su a pancia in giù, prende benissimo gli oggetti con le mani e se li porta alla bocca, inoltre li segue molto bene con lo sguardo. Anche le persone le guarda bene negli occhi, se non è distratta da altro e se è tranquilla. Vocalizza in alcuni momenti della giornata, a volte sembra proprio che faccia un discorso serio alle persone, guardandole bene negli occhi. Al momento non soffre il solletico. Neanche una settimana fa è stata visitata dalla pediatra della guardia medica perché era un po’ raffreddata. Sul referto, tra le altre cose, la pediatra ha scritto: “La bimba durante la visita è molto vivace, guarda e segue con lo sguardo, sorride ed interagisce con l’esaminatore”. Purtroppo io ho il terrore dell’autismo, avendo fatto un corso che ha brevemente toccato l’argomento per motivi lavorativi.Vi chiedo: è normale che la bimba non sia sempre sorridente e non ricambi sempre i sorrisi? È normale che a 4 mesi e mezzo abbia fatto solo per una sera le risate sonore e che ancora non rida se si fa i “pagliacci” per lei? È normale che abbia delle giornate in cui sorride molto e altre in cui è piuttosto seria? Ringrazio anticipatamente chi mi risponderà.
Angela Raimo
Gentile papà, temo che la sua paura dell’autismo, a mio avviso ingiustificata almeno in base a quanto riferisce, la spinga a vedere problemi dove non ci sono. Come lei ben sa, visto che ha fatto un corso, un bambino colpito da un disturbo dello spettro autistico lo è sempre, non a giorni alterni, non in base alle circostanze esterne, non solo in determinate ore della giornata. Non capisco dove lei intraveda qualcosa che non va, anche alla luce del fatto che se davvero sua figlia fosse interessata dalla condizione che lei teme il pediatra curante quasi certamente se ne sarebbe accorto (perché la bambina viene portata ai controlli, dico bene?). Per quanto riguarda il solletico, eviti di farglielo, eviti di provare a vedere se ne soffre, per un bambino non è un gioco ma può essere una sofferenza. Le consiglio anche di non tenere così monitorata questa bambina, facendo il conto del numero di sorrisi quotidiano, perché potrebbe davvero impedirle di relazionarsi con sua figlia con quella serenità che tanta importanza riveste per un armonico sviluppo psicoemotivo. Tenga presente che intorno agli otto mesi, questa bimba ora così socievole e sorridente con gli estranei smetterà di colpo di esserlo e comincerà a diventare diffidente verso le persone che non conosce o che ha visto solo poche volte. Anzi, potrebbe scoppiare a piangere ogni volta che la mamma si allontana e rifiutarsi di andare in braccio a figure che non siano per lei più che familiari. Insomma il periodo idilliaco della curiosità verso le persone non di famiglia è destinato a passare, per lasciare il posto a un periodo di ritrosia, timidezza, scontrosità. Posto tutto questo, poiché io sono dell’avviso che sia sempre opportuno dare ascolto alle sensazioni dei genitori, se dovesse continuare ad aver eil dubbio che qualche atteggiamento di sua figlia possa essere espressione di un disturbo consulti il suo pediatra, al quale spetta valutare la situazione in prima battuta, per poi eventualmente richiedere un consulto specialistico. Non penso sia questo il caso, ma io devo sempre concedere a me stessa il beneficio del dubbio quando mi esprimo basandomi solo su quanto scrivono i genitori, senza cioè avere modo di visitare il bambino di persona. Cari saluti.
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