Vi scrivo per una vostra opinione sulla situazione di mia figlia. Ha 19 mesi, allattamento al seno durante la notte. Lo svezzamento iniziato a 6 mesi, molto lento. Le pappette non le gradiva quindi siamo passati all’autosvezzamento che non è andato meglio. Fino a poco tempo fa (circa 20 giorni), mangiucchiava almeno un pasto al giorno (quindi o pranzo o cena), sempre pochissimo (mai per esempio primo e secondo allo stesso pasto): la pasta (mai più di 30 grammi) solo condita con robiola, ricotta, la pizza margherita, pollo, sofficini, polpette di verdure o carne (quindi ho cercato di variare più possibile questo formato), frittatina, passato di verdure (solo al nido). Queste pietanze alternate le mangiava però non sempre (per esempio, oggi mangiava la frittata, la stessa riproposta dopo 5 giorni non la mangiava più). La frutta (non tutti i tipi) la mangia tutti i giorni, yogurt raramente. Il latte artificiale mai accettato, neanche il mio latte in biberon, bicchiere, tazza, niente. Ultimamente mangia solo pane, frutta, qualche crackers, tarallini e il mio latte di notte. Lo dico con dispiacere ma inizio ad essere sfinita, lei sta attaccata tutta la notte, appena mi muovo mi cerca. Sia al nido che a casa lo stesso atteggiamento. Lei non ha mai mangiato verdure crude, cotte, pesce (moooolto raramente), riso, cereali, legumi.. Sta sempre seduta a tavola con noi, non insistiamo mai e cerchiamo solo di proporre in tutta tranquillità, c’è anche sua sorella di 3 anni come esempio (mangia quasi di tutto). Ha 19 mesi e pesa 10.6 kg, ha perso peso rispetto ai 18 mesi che pesava 11.2 kg. Comunque è una bambina attiva e lo sviluppo psicomotorio normale. Mi fido assolutamente dalla nostra pediatra che mi dice di avere pazienza però come detto volevo sentire anche una vostra opinione per capire se sto sbagliando qualcosa. Grazie infinite.
Leo Venturelli
Cara mamma cristina, proverei a fare un bilancio tra fattori positivi e fattori negativi. I fattori positivi sono molto significativi: la bambina è felice, vivace, reattiva (quindi non abbattuta né lamentosa), la pediatra non è preoccupata (è questo è altrettanto importante!). Sono fattori negativi, la stanchezza della mamma per la richiesta notturna del latte, i pasti sbilanciati a favore dei carboidrati e a sfavore di proteine e verdure, la diminiuzione del peso corporeo. Alla luce di tutto questo, si potrebbe puntare a tornare al momento in cui la piccola mangiava, anche se non sempre, in modo un po’ più vario e verificare, sempre tenendo sotto controllo l’incremento di peso (che dovrebbe esserci). Lei, cara mamma, deve necessariamente trovare il modo di dormire la notte, provando magari a non offrire sempre il seno, cercando di alternare la poppata con coccole e vicinanza. Da come descritta, la situazione sembra transitoria e legata a un desiderio della sua bambina di avere un maggiore contatto con lei. Se invece non ci fosse cambiamento conviene riparlare alla pediatra per valutare come gestire il sonno notturno in modo da conciliare le due esigenze contrapposte della bambina (seno tutta notte) e della madre (poter dormire di più e meglio). Con cordialità.
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