Buongiorno, ho una bambina di 15 mesi, è sempre stata una bambina facilmente gestibile, da quando ha 6 mesi dorme nel suo lettino prima si addormentava da sola, da quando si alza in piedi la coccolo un pochino e quando è quasi addormentata la appoggio nel lettino e si sveglia la mattina.. capita qualche risveglio ma solitamente si riaddormentata nell’arco di 2 minuti, spesso senza nemmeno sollevarla dal letto… (se ha dolore ai denti un pochino più tempo le occorre ma comunque basta consolarla per qualche minuto in più). Due mesi fa ho iniziato un nuovo lavoro che una settimana ogni 2 mi fa rientrare alle 21.30 quindi la sera la mette a letto il papà. È da 3 sere che fa difficoltà ad addormentarsi e quando si sveglia chiama mamma e non ne vuole sapere di tornare nel suo lettino appena sente che la appoggio comincia a piangere e vuole stare in collo… non la vorrei mettere nel lettone.. non l’ho mai fatto e non vorrei veramente iniziare adesso ma anche stanotte sono stata quasi tre ore con lei in braccio senza poterla mai appoggiare.. vorrei capire la causa e avere un consiglio su come agire per rassicurarla ma non assecondarla tenendola in braccio o nel lettone tutta la notte.
Angela Raimo
Cara mamma, innanzi tutto dovrebbe mettere in conto che il comportamento di un bambino piccolo può non essere sempre uguale a se stesso, soprattutto se nella sua vita si verifica un forte cambiamento, come lo è quello di non vedere ogni sera la mamma al momento di andare a letto, come succedeva prima che lei iniziasse il nuovo lavoro. Lei vuole trovare “le cause”, ma le cause le ha già esposte lei stessa, ammesso che sia necessario sempre e comunque individuarle. È normale che la bambina non voglia staccarsi da lei, visto che l’abitudine di averla accanto ogni sera è stata spezzata: francamente, mi stupirebbe il contrario. Lei chiede una soluzione, ma respinge l’unica ragionevole e possibile: dare il tempo a questa piccina di adattarsi alla novità di non avere più la mamma accanto tutte le sere, coccolandola, tenendola in braccio, facendole sentire la sua presenza. Non è questione di “assecondare” (anche se assecondare un bambino nel suo bisogno di sentire la mamma vicino non è certo sbagliato) ma di far capire piano piano a sua figlia che lei c’è sempre e torna sempre, anche se qualche volta all’ora della nanna è assente. Mi permetto una riflessione generale: anche se è comprensibile che una mamma che lavora fuori casa (oltre che dentro casa, come quasi sempre avviene) desideri fortemente che i figli non creino problemi di notte, disturbando il loro sonno che è un bisogno irrinunciabile, credo che non si possa sperare che un bambino di 15 mesi (o più grandicello o più piccolo) non dia mai segni di sé, non faccia sentire che c’è, non esprima con il pianto e i risvegli il disagio che gli creano i cambiamenti. So che non è quello che si augurava di sentirsi dire, cara mamma, ma posso solo consigliarle di avere pazienza, perché questa fase critica passerà senz’altro. Affetto, coccole, attenzione, contatto fisico amorevole quasi di certo sono le “medicine” per far tornare tutto come prima in breve. Con cordialità.
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