Mia figlia ha 3 anni e mezzo e a settembre ha iniziato il suo
percorso scolastico. L’inserimento inizialmente sembrava andare abbastanza
bene, ma poi dopo una settimana dall’inizio, ha iniziato a piangere perché
non voleva andare e spiegando che il motivo era “voi ci mettete troppo per
venire a prendermi”. Le maestre ci hanno consigliato di allungare
l’inserimento e di farla uscire subito dopo il pranzo, cioè alle 12,30. Poi
si è assentata per circa 10 giorni per un’influenza e al momento di
rientrare, ci siamo ritrovati nuovamente di fronte a pianti inconsolabili,
che però, anche a detta delle maestre, non erano semplici capricci, ma vera e
propria sofferenza. Inoltre, insieme ai pianti sono iniziate delle domande
continue, ripetitive tipo: ma voi venite presto a prendermi? E nonostante la
nostra risposta, dopo esattamente tre secondi di nuovo la stessa domanda,
così anche per tutto il giorno. Un’altra domanda ricorrente esattamente
nella stessa modalità della prima è: ma sabato e domenica non andiamo a
scuola? Questo atteggiamento lo ha in particolare quando si parla di scuola,
ma in generale, se ci penso bene, capita spesso che faccia una domanda e
nonostante la nostra risposta, continui a chiederlo fino allo sfinimento.
Devo preoccuparmi? Perché si comporta in questo modo?
Dottoressa Nicole Bianchi
Cara mamma,
la sua bambina sta mostrando l’esigenza di avere più tempo per abituarsi al mondo dell’asilo. Il fatto di continuare a chiedere in maniera ossessiva a che ora andrete a prenderla, o se debba andare all’asilo anche il sabato e la domenica è un suo modo per tenere a bada l’ansia. Spesso i bambini che faticano nell’inserimento sono bambini “controllanti”, ovvero con l’attitudine a controllare gli spostamenti delle persone di riferimento, orari e scansione della giornata nel dettaglio e in maniera continua. Questo è il tentativo di placare la loro “ansia da separazione” dal genitore, ma, di fatto, il livello dell’ansia non viene abbassato con le risposte dell’adulto. E’ molto frequente che, al rientro dal un week-end, o dopo giorni di malattia trascorsi a casa, la fatica di ritornare a scuola si accentui e a lei sembrerà di dover ricominciare tutto il processo di inserimento da capo, ma non è così. Trascorsi i primi giorni dal rientro, noterà una progressiva riabitudine all’asilo, che sarà più veloce dell’inserimento iniziale. Il bambino conosce già ambiente, abitudini, regole e persone di riferimento all’interno dell’asilo: il tempo del riconoscimento è diverso da quello di un inserimento in un ambiente del tutto nuovo.
Suggerisco di non accorciare i tempi di permanenza all’asilo in maniera definitiva, ma di provare a dare segnali di forza e fiducia alla bambina, sottolineando gli aspetti piacevoli della sua giornata all’asilo. Inoltre, suggerisco di far portare un “oggetto transizionale” da casa all’asilo e dall’asilo a casa, proprio perchè la bimba possa sentire la continuità fra l’ambiente casa e l’ambiente scuola e possa rassicurarsi quando avverte la mancanza della mamma. In ultimo, le consiglio di raccontare lei alla piccola come sia andata la sua giornata per farla sentire coinvolta e meno sotto pressione sul controllo della sua emotività e dei suoi comportamenti quotidiani all’asilo. Le dia pillole quotidiane di fiducia e rassicurazioni! Vedrà che ce la farete!
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